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Ghali finisce su Haaretz: «In Italia l’anticipo di quello che potrebbe succedere in Svezia all’Eurovision Song Contest»

13 Febbraio 2024 - 23:09 Stefania Carboni
L'artista finisce sulle colonne del quotidiano israeliano. Inclusa Mara Venier

Ghali, dopo le polemiche scoppiate per il suo intervento sul palco del Festival di Sanremo, è finito sul quotidiano israeliano Haaretz. «Mentre si specula sul fatto che l’Eurovision Song Contest di quest’anno in Svezia potrebbe trasformarsi in uno spettacolo anti-Israele, i recenti eventi in Italia offrono un’anteprima di ciò che potrebbe accadere al più grande evento musicale televisivo d’Europa», scrive la testata. «La polemica – riporta il quotidiano – è cresciuta lentamente. Nella prima serata del festival, martedì scorso, Ghali (il cui nome completo è Ghali Amdouni) ha eseguito la sua ultima canzone “Casa Mia”, che comprendeva il testo “Tracciare confini con linee immaginarie / Bombardare ospedali per un pezzo di terra o un pezzo di pane”. Queste parole, che non facevano esplicito riferimento a Israele o a Gaza, non hanno attirato immediatamente l’attenzione, ma il giorno seguente il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ha rilasciato una dichiarazione in cui le attaccava come “propaganda anti-israeliana”».

Inizialmente, Ghali aveva risposto con una dichiarazione che suggeriva che la canzone non era stata scritta specificamente su Gaza, ma che non gli dispiaceva l’associazione. Ha affermato che la canzone è stata scritta prima del 7 ottobre ma almeno «sta accendendo i riflettori su ciò che la gente fa finta di non vedere». Secondo Haaretz l’artista «ha spesso espresso opinioni filo-palestinesi e anti-israeliane, anche all’indomani del massacro di Hamas del 7 ottobre». Il quotidiano ricostruisce tutto, dal genocidio pronunciato sul palco dell’Ariston fino al salotto di Domenica In con Mara Venier. «La controversia solleva anche la questione se le dichiarazioni della comunità ebraica, e più in generale del campo pro-Israele, possano avere la conseguenza involontaria di amplificare le opinioni anti-israeliane», commenta Haaretz.

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