Mara Venier replica alle polemiche: «Ma quale censura, eravamo in ritardo. Dargen D’Amico? Lo aspetto da me domenica»
«Ho pianto molto in questi giorni». È scossa, Mara Venier, dall’ondata di polemiche seguite alla sua Domenica In speciale post-Sanremo, segnata da una maratona musicale ma anche dai «casi» Ghali e Dargen D’Amico. A 48 ore di distanza dalla puntata, la conduttrice si concede al taccuino di Aldo Cazzullo sul Corriere per mettere in chiaro la sua posizione: sullo spazio per gli artisti, sulla guerra tra Israele e Hamas, sul clima che si respira in Rai. La querelle su Dargen D’Amico, prima di tutto, interrotto bruscamente mentre stava spiegando le sue tesi sul tema dell’immigrazione (decisamente favorevoli): «Mai in vita mia ho censurato qualcuno», si sfoga Venier, che si dice dispiaciuta per aver troncato la riflessione del cantante, ma assicura di averlo fatto per mere questioni di scaletta televisiva: «Eravamo in ritardo, molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti». Stessa ragione della sfuriata intercettata dai microfoni a chi gli aveva posto domande “fuori luogo”, i giornalisti ospiti: «Il disagio mio era per il tempo, non per le domande. È ovvio che una domanda sull’immigrazione richiede una riflessione ampia, una risposta complessa, che non si risolve in trenta secondi. I giornalisti sono sempre stati i benvenuti nelle mie trasmissioni, e sono sempre stati liberi di fare le domande che ritenevano più opportune». Per riparare, comunque, Venier fa sapere di aver invitato Dargen D’Amico in trasmissione domenica prossima. «Spero che venga».
La libertà di parola in Rai e il travaglio sul conflitto Israele-Hamas
La prova della libertà degli artisti di esprimersi liberamente sul palco, compreso il suo, starebbe d’altronde secondo la conduttrice di Domenica In nella libertà assicurata appena poche ore prima a Ghali: «Ha potuto parlare in piena libertà, ha risposto alle critiche dell’ambasciatore di Israele, ha concluso il suo ragionamento senza che nessuno lo interrompesse», ricorda Venier. Per cui «certo che gli artisti devono essere liberi di esprimersi. Però anche quello che dicono può essere discusso. E tutte le opinioni dovrebbero essere rappresentate». Inclusa, ovviamente, quella dell’Ad della Rai Roberto Sergio, il cui comunicato di «riequilibrio» della posizione di Ghali la conduttrice ha letto in chiusura di puntata. «Senta, io sono una conduttrice Rai – sbotta Venier – Se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio. Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre? Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza». Venier prosegue nella disamina sommaria del conflitto in corso tra Israele e Hamas, sottolineando la sofferenza sua – come di milioni di persone in tutto il mondo – per le atrocità e i dolori di tutte le vittime, rievocando il monito del Pontefice a mettere fine a tutte le violenze: «Mi riconosco nelle parole di Papa Francesco, nei suoi appelli alla pace». Quanto ai rapporti con la politica, infine, la padrona di casa di Domenica In nega seccamente ogni legame con l’attuale maggioranza di governo: «Se sono da trent’anni in tv, è perché non ho mai sposato una parte politica. Io mi rivolgo a tutto il pubblico, a prescindere dalle idee politiche di ciascuno, e rispettandole tutte. Da donna, sono contenta che ci sia una donna presidente del Consiglio. Ma continuerò ad ascoltare tutte le voci». E quanto al presunto clima di conformismo politico che si respirerebbe in Rai, se non di censura di opinioni divergenti, Venier allontana le ombre: «Io non lo avverto. Accetto le critiche, nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare; ma la censura, proprio no».
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