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Il marito guiderà il tribunale di Milano, lei è costretta a rinunciare al ruolo di giudice: «Le donne sempre penalizzate»

13 Febbraio 2024 - 09:38 Redazione
tribunale milano
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La nomina di Fabio Roia a nuovo presidente del Palazzo di Giustizia ha costretto la moglie, la magistrata Adriana Cicuto, a fare un passo indietro

C’è stato anche un messaggio di scuse nel discorso di insediamento di Fabio Roia, nuovo presidente del Tribunale di Milano. La sua nomina arriva dopo quasi due anni di «vuoto» ai vertici del Palazzo di Giustizia meneghino e non senza conseguenze. La sua promozione costringe infatti sua moglie Adriana Cassano Cicuto, in magistratura dal 1987, a fare un passo indietro. «Sono la prima fan di mio marito e per lui è un’occasione troppo importante. Non nascondo, però, che la mia è stata una scelta sofferta e molto dolorosa», spiega la magistrata in un’intervista a Il Giorno. Con la nomina di suo marito a nuovo presidente del Tribunale, Cassano Cicuto ha dovuto rinunciare alle «funzioni semidirettive giudicanti» così da evitare «una situazione di incompatibilità».

Le scuse del marito

Ed è proprio per questo che Fabio Roia, durante la cerimonia di insediamento al Palazzo di Giustizia, ha voluto formulare un «atto di scuse verso la moglie», costretta ad «arretrare per fare spazio all’uomo». A proposito delle implicazioni familiari della sua nomina, il nuovo presidente del Tribunale di Milano ha auspicato che «in un momento davvero prossimo si possa fare il contrario, attraverso la creazione di una effettiva parità fra donna e uomo in tutte le articolazioni della società». Già nel 2001, quando suo marito fu nominato nel comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, Adriana Cicuto era stata costretta a rinunciare al suo posto in procura a Milano. «Dopo tanta fatica era arrivato il momento di goderci i risultati – racconta la donna al Giorno -. La ferità presto si rimarginerà, anche perché nelle mie scelte ho sempre cercato di mettere al primo posto gli altri e la famiglia».

Il nuovo lavoro

La magistrata, costretta a lasciare il Palazzo di Giustizia, lavorerà ora come consigliera alla terza sezione civile della Corte d’Appello di Milano. «Nel mio ambiente non ho ancora visto un uomo fare un passo indietro a favore della moglie», riflette Cicuto. E per far sì che in futuro le cose non vadano sempre così, la magistrata ha un insegnamento da trasmettere alle sue figlie: «Non fatevi mettere i piedi in testa e non fate rinunce se non ne vale veramente la pena».

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