Tajani: «Ripartono i finanziamenti alle Ong in Palestina, non all’Unrwa». Ma sul ruolo di Eni è scontro con il verde Bonelli – Video
Ieri una presa di posizione sul cessate il fuoco a Gaza, oggi un altro passo con l’annuncio della ripartenza dei finanziamenti alle organizzazioni internazionali che operano in Palestina, con 10 milioni di euro, ma non all’Unrwa (alcuni dipendenti dell’agenzia Onu sono accusati di aver fatto parte del commando terrorista del 7 ottobre). «Abbiamo deciso di incrementare il nostro contributo di 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 10 milioni già stanziati a dicembre per la popolazione civile palestinese», ha spiegato a nome del governo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che i finanziamenti andranno a organizzazioni affidabili, anche in seno alle Nazioni unite, ma non all’Unrwa: «Queste risorse – ha affermato il vicepremier – andranno a coprire le esigenze prioritarie nel settore salute e della sicurezza alimentare a Gaza, e consentiranno di finanziare nuovi progetti delle organizzazioni italiane in Cisgiordania e Gerusalemme Est. Vigileremo affinché gli aiuti giungano ai civili che ne hanno bisogno e non cadano in mani sbagliate».
Fronte chiuso invece per quanto riguarda l’interrogazione del segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha chiesto a Tajani di spiegare come mai l’Eni abbia partecipato – e vinto un lotto – nella gara bandita dallo Stato di Israele per lo sfruttamento di giacimenti off shore davanti alle coste di Gaza. La gara si è conclusa a luglio 2023 e al momento, spiega il titolare degli Esteri, «è una gara di natura esplorativa, non c’è effettivo sfruttamento delle risorse». Non la pensa così Bonelli che sottolinea come l’area marittima in questione è sotto la tutela dell’Autorità nazionale palestinese: «L’Eni è partecipata per il 32% dallo stato italiano, ci saremmo aspettati un atteggiamento più rigoroso».
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