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Allerta dengue in Italia, come si “cura” e si previene la febbre che viene trasmessa dalle zanzare

14 Febbraio 2024 - 18:31 Juanne Pili
500mila casi in Brasile e in Argentina. E dalla prossima settimana sarà possibile vaccinarsi all’Istituto Spallanzani di Roma

Sta destando preoccupazione la recente esplosione di oltre 500mila probabili casi di dengue in Brasile. I decessi collegati alla malattia attualmente confermati sono in tutto 75, ma si indaga ancora su altre 350 vittime. Intanto la malattia si è diffusa anche in Argentina. Secondo quanto riporta l’Ansa «il numero di casi è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso». Da noi nel settembre 2023 si contavano 208 casi. Al momento non esiste una emergenza nel nostro Paese, ma dovremmo essere preparati. Ci si potrà vaccinare già dalla prossima settimana all’Istituto Spallanzani di Roma.

La scorsa estate Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), aveva avvertito riguardo alla «diffusione geografica di specie di zanzare invasive in aree precedentemente non colpite in Europa». Questi insetti sono notoriamente veicoli di malattie. Non parliamo solo di Dengue, ma anche della febbre del Nilo occidentale. Perché succeda è ormai facilmente intuibile. Secondo un report del The Lancet su salute e cambiamento climatico, l’aumento delle temperature tra il 1950 e il 2018 ha portato a una maggiore idoneità alla trasmissione della febbre Dengue tra il 9 e il 15%, a seconda della zanzara che veicola l’infezione.

Modalità di trasmissione e sintomi della dengue

Secondo quanto riporta l’OMS, buona parte dei positivi risulta asintomatico. Chi invece manifesta dei sintomi generalmente ha febbre alta, emicrania, dolori muscolari, nausea ed eruzioni cutanee, che si risolveranno nella maggior parte dei casi entro un paio di settimane. Chi invece manifesta le forme gravi della malattia deve essere ospedalizzato, e come accennato si rischia anche il decesso. Sono concetti che abbiamo dovuto imparare tutti durante la pandemia di Covid-19.

La modalità principale di trasmissione è da alcune specie di zanzare all’uomo. Non di meno, esistono rari casi documentati di trasmissione materna attraverso il feto, donazione di organi e trasfusioni. I virus dengue (DENV) sono Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4. Il loro veicolo possono essere le femmine di zanzare appartenenti al genere Aedes, ma generalmente il principale vettore sono quelle della specie Aedes aegypti. Queste zanzare possono trasmettere anche il virus Zika.

Il viaggio di un DEN virus comincia quando una zanzara Aedes si nutre del sangue di una persona infetta, quindi il patogeno finisce nel suo intestino, dove si moltiplica e diffonde fino alle ghiandole salivari. Questo periodo – detto di incubazione estrinseca (Eip) – finisce quando la zanzara infetta andrà a nutrirsi da un altro potenziale ospite umano, a cui trasmetterà il virus. La zanzara impiega mediamente tra 8 e 12 giorni per passare da un umano infetto (anche se asintomatico) a un altro da infettare. Questo significa che la trasmissione può verificarsi anche due giorni prima che qualcuno manifesti la malattia. Inoltre, finché la zanzara è viva continuerà a essere infettiva.

Farmaci e vaccino

Non si conosce ancora una terapia per curare la febbre Dengue, ma esistono diversi farmaci che possono far fronte ai suoi sintomi. Come accennato esiste un vaccino tetravalente piuttosto efficace prodotto dalla casa farmaceutica Takeda, denominato Qdenga. L’Ema lo ha autorizzato a partire dai 4 anni d’età. Il vaccino è costituito dalle versioni attenuate dei quattro DEN virus. Ovvero, delle forme innocue. Questi patogeni indeboliti permettono al nostro sistema immunitario di “imparare” a riconoscerli anche quando sono in grado di infettare. I ricercatori hanno pubblicato lo studio di terza fase che ha dimostrato sicurezza ed efficacia del vaccino Dengue su The Lancet nel maggio 2020. È lo stesso a cui fa riferimento l’Agenzia europea nella seguente nota:

Questo vaccino si è dimostrato efficace nel prevenire la febbre dovuta alla malattia di Dengue nei bambini e negli adolescenti nei 12 mesi successivi alla seconda iniezione – riporta l’Ema -. In uno studio principale condotto in 8 paesi dell’America Latina e della regione Asia-Pacifico, a circa 20.000 bambini di età compresa tra 4 e 16 anni è stato somministrato Qdenga o un placebo (un’iniezione fittizia). Lo studio ha mostrato una riduzione dell’80% del numero di casi di febbre causati dalla malattia di dengue confermata nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino (61 casi su 12.700 bambini) rispetto a quelli trattati con placebo (149 casi su 6.316 bambini). Il vaccino ha anche ridotto del 90% i ricoveri ospedalieri dovuti alla dengue. Nei 18 mesi successivi alla seconda iniezione, lo 0,1% (13 su 12.700) dei bambini a cui è stato somministrato il vaccino sono stati ricoverati in ospedale a causa di dengue confermata, rispetto all’1,0% (66 su 6.316) dei bambini a cui è stato somministrato il placebo.

Nessuna emergenza dengue in Italia

In Italia la Aedes aegypti non è presente e nel nostro emisfero non ci troviamo proprio nella sua stagione ideale (questo non vuol dire che non possano esserci zanzare attive in alcune aree del Paese nel periodo invernale). Per tanto non c’è ragione di lanciare un allarme Dengue. Non di meno Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ha dato disposizioni per impedire l’arrivo di queste zanzare in Italia, con degli appositi controlli di frontiera:

«Le circolari sono riferite a Aedes Aegypti – spiega Vaia in un articolo di Cristina Marrone del Corriere della Sera -. Questa zanzara non è presente nel nostro territorio e l’obiettivo è quello di impedirne l’arrivo in Italia. Tra l’altro l’Italia è uno dei pochi se non l’unico Paese europeo che ha queste misure alla frontiera».

Anche se non c’è un pericolo rilevante, secondo la nota trasmessa dal ministero della Salute agli uffici di Sanità marittima aerea e di frontiera, occorre attenersi al Regolamento sanitario internazionale, il quale «prevede che l’aera aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche roditori e insetti».

L’ex direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute Giovanni Rezza ha spiegato in un recente articolo del Corriere, che «una volta arrivato da noi, il virus trova un vettore competente, ovvero in questo caso la zanzara tigre […] pronta a trasmettere virus come il chikungunya e, in misura minore, dengue». Anche Rezza ha sottolineato il ruolo che globalizzazione e cambiamento climatico potranno avere in futuro nel diffondersi di malattie prima tipiche esclusivamente delle regioni tropicali. «Infatti – continua Rezza -, Aedes albopictus sta lentamente avanzando verso il Nord Europa. Allo stesso tempo, non è ormai più così raro il riscontro della presenza di zanzare nelle nostre case anche nel periodo invernale».

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