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Terzo mandato ai governatori, Molinari: «FdI non ce lo vuole dare». Tajani: «Contrari anche noi»

Secondo l'esponente leghista nell'ampliare i mandati per i governatori non c'è nessun rischio democratico

Passata, e neppure del tutto, la tensione sul tema agricoltori e tassazione, la Lega apre un nuovo fronte. Il terzo mandato per i governatori e l’ipotesi di mettere un blocco al terzo mandato anche nelle riforme costituzionali, in questo caso per il premier: «Credo sia più una mossa di chi non vuole il terzo mandato: c’è un gioco di FdI a non volerci dare il terzo mandato per i governatori. Questa è la spiegazione», dice piuttosto nettamente Riccardo Molinari, a Start su SkyTg24. «Noi – ha osservato – abbiamo già ottenuto un risultato importante» con l’approvazione di «una norma a cui lavoravamo da tempo che toglie il limite dei mandati nei comuni sotto i 5mila abitanti e lo estende a 3 fino a 15 mila. È chiaro che lo stesso principio lo vorremmo applicare anche ai comuni più grandi e alle regioni». Secondo Molinari il sì al terzo mandato è coerente con la valorizzazione delle amministrazioni locali. «Tutti incensano il sistema di elezione diretta del sindaco, perché è il rapporto più diretto tra il voto e il cittadino, c’è un controllo democratico della base elettorale sul lavoro del sindaco e sono i cittadini a decidere se qualcuno ha lavorato bene o ha lavorato male. Il fatto che ci siano tre mandati – conclude – non mette a repentaglio la sicurezza delle istituzioni».

Non la pensa così Antonio Tajani che prende immediatamente le distanze: «Noi non siamo favorevoli al prolungamento del mandato ai governatori che hanno già avuto due mandati. Riteniamo giusto» che ci siano «due mandati” e «non è una questione che riguarda la Lega» ma è “per la tutela della democrazia e una garanzia di alternanza».

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