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Roberto Saviano e Michela Murgia: «Un monumento per lei? Ha rifiutato persino la tomba»

16 Febbraio 2024 - 05:45 Redazione
roberto saviano michela murgia
roberto saviano michela murgia
Lo scrittore risponde al sindaco di Cagliari, che l'aveva definita "totalitalia"

Il sindaco di Cagliari e candidato di Fratelli d’Italia alla presidenza della Regione Sardegna Paolo Truzzu ha detto ieri che non intitolerebbe mai una via a Michela Murgia. E questo perché «sembra un personaggio più negativo che positivo, nel senso che era una di quelle persone che voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare e imporgli in ogni caso il suo pensiero. Era una totalitaria, per certi punti di vista». Oggi Roberto Saviano sul Corriere della Sera gli risponde. La scrittrice scomparsa il 10 agosto scorso «era consapevole della grande sproporzione tra l’intellettuale che si oppone al potere politico e il potere politico che lo minaccia fino a zittirlo. E decideva, Michela, di mettersi con il proprio corpo nelle battaglie sulle quali sentiva di poter fare la differenza, per passione, inclinazione, conoscenze. E ti chiedeva con garbo di prendere parte, era una richiesta di soccorso per non farsi carico, da sola, anche delle situazioni più controverse».

L’innesco

Saviano ricorda che Murgia, da scrittrice, «accendeva una luce perché poi fossero altri a discutere. Si dava il compito dell’innesco. Non aveva la pretesa di orientare ciò che iniziava, non dava la rotta. Per Michela la strada si costruiva insieme agli altri». Non ha mai pensato di distribuire patenti di verità o anatemi. «La sua utopia praticabile era proprio la possibilità di espressione libera e quindi comprensiva dell’altro. Per questo litigava, bruciava ore a condividere e scrivere», aggiunge Saviano. Che poi si schiera in ogni caso contro l’ipotesi di intitolarle una via: «Risparmiateci queste pratiche. Michela è già nei giardini di periferia, nei luoghi dove si danza e si litiga, dove c’è la libertà nella contraddizione». Considerava pubblico il privato «non per esibizionismo, ma per praticare le sue idee».

L’antiautoritarismo

E nessuno ha praticato l’antiautoritarismo più di lei, con le sue tante anime. E ricorda: «Quando te l’aspettavi pauperista e snob, la trovavi pop e appassionata di moda. Quando ti aspettavi di trovarla austera e rigida, era pronta al compromesso. Se pensavi fosse rigida attivista, la ritrovavi giocosa. Quando la vedevi verticale pronta a presidiare la laicità dello Stato, la sorprendevi a pregare. Un monumento a MichelaMurgia? Ma se Michela ha rifiutato persino una tomba: nulla di lei può essere fisso, ma deve andare e venire come le maree. L’autoritarismo è proprio il contrario. Vede, sindaco Truzzu, le sue non sono solo parole cattive, lei non sa cosa perde non conoscendo, non leggendo, non ascoltando, non studiando Michela: di certo la possibilità di essere piùlibero e più consapevole. È ancora in tempo, legga Michela Murgia: troverà una libertà inaspettata e felicità sconosciute».

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