Per essere eletti parlamentari europei servono almeno 25 anni: «Solo in Grecia e Italia la soglia è così alta»
Si è parlato di voto degli studenti fuorisede in occasione di Sanremo, con la matita che passava dalle mani dei cantanti a quelle di Amadeus sul palco dell’Ariston, su iniziativa del Parlamento europeo. Ma per 5 milioni di fuorisede, quella matita è il simbolo di un voto costoso e difficile, specie se ancora una volta non ci sarà un voto del Parlamento italiano. Lo pensa la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, che tra l’altro ha commissionato recentemente un sondaggio all’Istituto Piepoli per scoprire che secondo il 65% degli italiani i «giovani dovrebbero avere più spazio anche in politica e nelle istituzioni», quota che sale all’81% nella fascia 18-34.
«Serve un cambiamento culturale e normativo per riconoscere e valorizzare il ruolo dei giovani nelle istituzioni», dichiara Pisani che nel 2022 è stata confermata alla guida della consulta per un nuovo incarico, triennale (precedentemente era portavoce del Forum nazionale giovani, poi diventato Consiglio): «Il nostro Parlamento presenta un’età media di 51.2 anni. Sono soltanto 65 Parlamentari al di sotto dei 40 anni e nella fascia d’età 25-29 anni scendono a 3 pari allo 0.75% del numero totale, con una percentuale che per i sindaci under35 si aggira intorno al 3.7%, percentuale che scende a zero per i comuni capoluogo. Dati che dovrebbero destare preoccupazione, specialmente considerando che proprio in Italia si registra un dato di partecipazione dei giovani alla vita associativa e sociale tra i più alti in Europa». Oltre alla retorica anacronistica sulla gioventù impreparata, secondo la presidente, «in tutta Europa, il nostro è il Paese dove i giovani hanno maggiori barriere normative di accesso alle istituzioni: in Italia, a 18 anni si può essere eletti sindaci di una città come Roma, ci si può sposare, arruolare o guidare un’automobile, ma non si può essere deputati, senatori, o europarlamentari, e decidere le regole della convivenza comune, che riguardano le generazioni di oggi e soprattutto quelle di domani. Se, infatti, l’età minima per essere eleggibili a deputato è di 25 anni, per diventare senatore sono richiesti persino 40 anni; allo stesso modo l’età minima per l’elettorato passivo per le prossime elezioni europee è di 25 anni, soglie così alte, in tutta l’Unione Europea, sono previste solo in Italia e in Grecia». Il primo passo verso lo svecchiamento sarebbe, a suo avviso, la riforma «della legge elettorale n.18/79 che garantirebbe a molti più giovani di poter essere candidati. Un secondo passo – ha aggiunto Pisani – la definizione di un piano più ampio di riforme che possa portare all’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo».
Foto in evidenza: A sinistra, Maria Cristina Pisani quando era portavoce del Forum dei Giovani, 2017 ANSA
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