Milano, l’app per le multe non funziona. Il ricorso dà ragione alla multata: «Troppe lacune»
L’app non manda la notifica della multa, la contravventrice si rivolge al giudice di pace e riesce comunque a pagarla con lo sconto nonostante siano passati più di cinque giorni da quanto l’ha ricevuta. La storia ha luogo a Milano e l’app in questione è Ghisa Mobile, ideata dal comune meneghino per risolvere il problema dei foglietti incastrati sui tergicristalli, spesso spostati dal vento o rovinati dalla pioggia e quindi troppo poco affidabili. A quanto pare, però, nemmeno il sistema digitale si rivela particolarmente puntuale. Come scrive la magistrata onoraria Lisa Marchioretto si tratta di «numerose lacune che impediscono ai cittadini di ricavarne dei benefici». Il problema principale è l’assenza di notifiche anche quando queste vengono attivate in modo da venire a sapere subito di eventuali contravvenzioni. Ma anche per ammissione del Comune, qualcosa non torna.
Il problema delle notifiche
Ad essere multata è stata un’avvocata milanese – Francesca Beretta – per una cifra di 53 euro ridotta a 29 anche grazie alla collega Elisa Cerbone, si legge sulle pagine dell’edizione meneghina di Repubblica. Beretta chiedeva la dichiarazione di illegittimità del verbale di accertamento o eventualmente la riduzione, «perché diversamente da quanto disposto dal Comune non è stato preceduto dalla notifica dell’avviso di infrazione, ledendo oltre che i diritti della scrivente anche il proprio patrimonio». Il tutto nonostante Beretta avesse inserito la targa del suo veicolo e attivato le notifiche prima del 22 gennaio scorso. Ma in assenza di segnale l’app non mostra nessun avviso, una condizione che deve essere tenuta in considerazione secondo la sentenza. Secondo il Comune, la difesa di Beretta era «pretestuosa», dato che l’assenza di segnale sarebbe da imputare al cellulare della donna. Come dire che la notifica viene inviata, ma non è una responsabilità del Comune se poi non arriva.
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