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Lula netto su Israele: «A Gaza è un genocidio come Hitler con gli ebrei». Ma sulla morte di Navalny frena: «Presto per accusare qualcuno»

18 Febbraio 2024 - 14:21 Giovanni Ruggiero
Il presidente brasiliano si lancia in un paragone tra il nazismo e le azioni dell'esercito israeliano. Ma quando si parla dell'amico Vladimir Putin, i toni diventano più cauti

È netto il giudizio del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva su quel che sta accadendo nella Striscia di Gaza, dove non è in corso una guerra, ma un genocidio». Non è altrettanto diretto invece il commento di Lula sulla morte di Alexei Navalny, sulla cui vicenda preferisce non sbilanciarsi. Alla fine della sua vita ad Addis Abeba, Lula si spinge poi in un paragone tra le azioni dell’esercito israeliano e quelle di Adolf Hitler. «Ciò che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico – ha detto Lula – In effetti, esisteva: quando Hitler decise di uccidere gli ebrei». Al presidente brasiliano in conferenza stampa è stato chiesto di spiegare la decisione del suo governo di concedere nuovi contributi all’Agenzia dell’Onu per l’assistenza ai rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa), sotto accusa da parte di Tel Aviv che punta il dito contro alcuni membri dell’agenzia che avrebbero partecipato all’assalto di Hamas del 7 ottobre. Lula lo scorso ottobre aveva definito «terrorista» l’attacco di Hamas, ma si era rifiutato di considerarla un’organizzazione terroristica. Oggi dice che quella a Gaza «non è una guerra tra soldati e soldati. È una guerra tra un esercito altamente preparato e donne e bambini». A proposito delle accuse di Israele all’Unrwa, Lula dice: «Se c’è stato un errore in quell’istituzione che raccoglie i soldi, bisogna scoprire chi ha commesso l’errore. Ma non vanno sospesi gli aiuti umanitari alle popolazioni che da decenni cercano di costruire il loro Stato. Chi aiuterà a ricostruire quelle case che sono state distrutte? Chi ripagherà la vita di 30mila persone già morte? Ci sono 170mila feriti. Chi restituirà la vita ai bambini morti senza sapere perché stavano morendo? Questo non è abbastanza per turbare il senso umanitario dei leader politici del pianeta?».

La morte di Navalny

Sulla morte invece del dissidente russo oppositore di Vladimir Putin, Lula resta cauto sulle accuse piovute contro il capo del Cremlino da parte sia dei collaboratori di Navalny, che di buona parte della comunità internazionale. «Perché questa fretta di accusare qualcuno? Se una morte è sospetta, bisogna prima svolgere indagini per scoprire la causa. Altrimenti uno giudica in anticipo che qualcuno ha ordinato l’omicidio. E se non è stato lui, gli chiedi scusa dopo? Quindi, è morto in prigione – aggiunge Lula – Non so se era malato, se aveva problemi». Sul caso il presidente brasiliano si riscopre ultragarantista e dice di voler attendere prima di giudicare: «Capisco anche gli interessi di chi accusa subito. Ma non è questo il mio motto. Io preferisco attendere il referto del medico legale».

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