Cheope, Michelangelo, Katoo e gli altri: i producer dietro i successi di Sanremo 2024 (e non solo)
Quest’anno Amadeus ha spiegato in maniera chiara e netta le sue scelte in qualità di direttore artistico del Festival di Sanremo: brani che possano andare bene in radio in modo tale da avere la maggiore distribuzione possibile. E all’appello di Amadeus la discografia ha risposto presente, dimostrando tra l’altro una certa agevole inclinazione verso quel genere di pop, come sonorità e anche come testi. Tant’è che nelle 30 canzoni in gara troviamo alcuni dei più abili producer e parolieri della scena italiana, autentici Re Mida di questa generazione di musica leggera, quelli che hanno i codici in tasca per mandare in orbita un pezzo. Andiamo a vedere chi sono.
I produttori
Sanremo 2024 ne ha visti sfilare di tecnici del backstage dell’attuale musica italiana, il più utilizzato tra i maghi del mixer quest’anno è stato Katoo, che ha messo mani su Un ragazzo e una ragazza dei The Kolors e poi su Tuta Gold di Mahmood e Diamanti Grezzi di Clara, quest’ultima tra l’altro, giusto per farvi entrare nel gioco del sound, che su Mahmood sarebbe calzata perfettamente. Questo perché le caratteristiche del lavoro di Katoo sono specifiche, il suono delle canzoni che tocca ha una firma ben leggibile. Come quella di Michelangelo, storico produttore di Blanco, vincitore del Festival di Sanremo di due anni fa con Brividi, che quest’anno ha lavorato con Geolier e Ghali, quindi i brani dalla tendenza più urban tra i trenta in gara. Due invece le firme lasciate su questo Festival da SixPM, la prima su Click Boom! di Rose Villain, che è anche sua moglie, la seconda invece su Finiscimi di Sangiovanni. Il suo curriculum è di tutto rispetto, ha lavorato tanto con Guè a hit come Business, Milionario e Chico, ma anche con nomi di spicco della scena rap italiana come Ernia ed Emis Killa.
Gli autori
Ancor più interessante invece la questione riguardante gli autori, perché al netto di artisti come Diodato e Negramaro che hanno scelto di lavorare tutto in casa, notiamo anche in questa specialità delle firme protagoniste della storia recente della nostra musica. Le più famose naturalmente sono quelle di Madame, che ha vinto il suo Festival firmando La noia di Angelina Mango, e Riccardo Zanotti, voce e penna dei Pinguini Tattici Nucleari, che ha supportato i La Sad nella scrittura della loro Autodistruttivo. Ma i due nomi che hanno lavorato di più sono Davide Petrella e Jacopo Ettorre. Petrella ha scritto un’intera enciclopedia di musica contemporanea italiana, è uno dei responsabili del ritorno in grande stile da cantautore solista di Cesare Cremonini, del quale è spalla destra in tutti i suoi ultimi progetti, certamente la fase più splendente e matura della sua carriera. Così come c’è lui dietro il successone della coppia Fedez/J-Ax, almeno finché è durata. Si è reso artefice di ultrahit come Pamplona, Rolls Royce, Ostia Lido, Calipso, Caramello e Chiagne, fino allo scorso Festival di Sanremo, dal quale esce più vincente di tutti avendo partecipato alla conformazione musicale di Due vite e Cenere, le prime due canzoni del podio.
Quest’anno ha partecipato invece alla scrittura di Casa mia di Ghali, Un ragazzo una ragazza dei The Kolors, Apnea di Emma Marrone e Click Boom! Di Rose Villain. Ma attenzione, nonostante il successo stratosferico dei suoi testi, le cose migliori le tiene per il suo progetto solista, Tropico, in rapidissima ascesa, da tenere d’occhio, consigliatissimo. Vi dicono niente invece Dove e quando di Benji & Fede? Oppure Non dire una parola di Baby K feat. Álvaro Soler, o Bandana di LDA, Tribale e Due di Elodie, o Tropicana dei Boomdabash con Annalisa? Dietro questi brani si cela invece Jacopo Ettorre, che quest’anno a Sanremo ha messo il suo tag su Fino a qui di Alessandra Amoroso, Governo punk dei Bnkr44, Il cielo non ci vuole di Fred De Palma e Tuta gold di Mahmood. Il figlio d’arte Paolo Antonacci è certamente tra gli autori di maggiore successo degli ultimi anni, la lista di tormentoni da lui composti si fa sempre più lunga, a tratti impressionante, basta solo qualche titolo: Bellissima e Mon Amour, i due brani che di fatto hanno riportato Annalisa nella geografia musicale italiana, Tango, una perla di brano cantato da Tananai (ma anche Sesso occasionale) fino alle hit stagionali di Fedez Mille, La dolce vita e Disco Paradise.
Quest’anno al Festival ha firmato Sinceramente di Annalisa (squadra vincente non si cambia), Apnea di Emma e I p’ me, tu p’ te di Geolier. A proposito di figli d’arte, anche Cheope, erede di quella che è probabilmente stata la più importante penna del pop italiano, Mogol, che nella sua carriera ha scritto i più importanti brani di Laura Pausini (Incancellabile, Il mio sbaglio più grande e Le cose che vivi tra questi), ma anche hit come Karaoke e Mohicani con i Boomdabash, quest’anno al Festival ha firmato tre brani: Ma non tutta la vita dei Ricchi e Poveri, Onda alta di Dargen D’Amico e Mariposa di Fiorella Mannoia, due di queste seriamente prese in considerazione dalla sala stampa dell’Ariston per il Premio della Critica Mia Martini. Tre brani anche per Edwyn Roberts, ex Amici che poi ha felicemente imboccato la strada da autore con Niccolò Agliardi per poi mettersi alla prova con tanti artisti esperti come Ramazzotti, Arisa, Renga e Laura Pausini, fino alla collaborazione con Guè, con Margherita Vicario per Onde e con Dargen D’Amico per Dove si balla, con cui è tornato quest’anno al Festival con Onda Alta. Gli altri due brani che aveva in gara quest’anno sono Capolavoro de Il Volo e Ma non tutta la vita dei Ricchi e Poveri.
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