Strage del cantiere a Firenze, la trave spezzata: «Non era stata ancora fissata»
La trave che ha provocato una strage nel cantiere del supermercato Esselunga a Firenze non era ancora stata fissata al terreno. A sostenerlo, racconta oggi il Corriere della Sera, è l’azienda Rdb Italfabbricati. Leader nel settore dei capannoni prefabbricati industriali, ha tre sedi: a Piacenza, ad Atri in provincia di Teramo e a Caserta. Gli agenti della polizia postale de L’Aquila ieri si sono presentati proprio ad Atri per acquisire la documentazione relativa all’appalto. Il crollo del cantiere ha ucciso quattro operai, mentre un quinto è ancora ufficialmente disperso. La trave era stata consegnata in cantiere proprio quella mattina. Le imprese che hanno avuto accesso al cantiere sono 61. Di queste, molte sono ditte individuali. Mentre la Rdb presto potrebbe finire al centro dell’inchiesta.
Disastro colposo ed omicidio colposo plurimo
La procura di Firenze indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. La Rdb ha sostenuto che «il personale della ditta non aveva ancora concluso il fissaggio della trave quando operai di un’altra società avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area, all’ultimo piano della struttura». Poi c’è la questione dei lavoratori in nero. Secondo le prime indagini uno degli operai morti non aveva il permesso di soggiorno. Non gli era stato rinnovato nel 2020. Un secondo operaio non era in regola: aveva visto respinta la sua domanda di protezione internazionale nel gennaio 2023. Ma contro quel provvedimento aveva fatto appello. Il procedimento risulta ancora pendente. In più, secondo i sindacati, molti di quei lavoratori avevano contratti da metalmeccanici. E non avevano seguito i corsi di formazione nell’edilizia.
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