Migranti, a Ventimiglia respingimenti dimezzati dopo la decisione del Consiglio di Stato francese. E arriva l’estrema destra di Le Pen
Alle porte della «Fortezza Europa» dove corre il confine italo-francese, teatro di scontro tra i governi dei due Paesi e sfondo di una costante crisi migratoria, potrebbe arrivare un cambio di rotta. Dopo circa otto anni di sospensione (de facto) del trattato di Schengen e conseguente militarizzazione della frontiera, la Francia ha messo un freno ai respingimenti sistematici di migranti irregolari al confine con l’Italia. Il Consiglio di Stato francese, recependo il pronunciamento della Corte di Giustizia europea di settembre, ha abrogato l’articolo del «Code de l’Entrée et du Séjour des Etrangers et du Droit d’Asile» (Codice di entrata e di soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo) che consentiva alla polizia di respingere, in ogni circostanza e senza distinzioni, i migranti arrivati alla frontiera. Il Codice permetteva, infatti, l’allontanamento immediato o il trattenimento temporaneo degli stranieri nei locali dei gendarmi prima della loro espulsione.
A distanza di circa due settimane dalla pronuncia, gli effetti concreti ai valichi di frontiera sono già evidenti. «Fino a giovedì scorso le persone respinte dalla Francia erano circa 50 al giorno a Ponte San Luigi, attualmente arriviamo a 20. Questo perché Parigi ha bisogno di molto più tempo per sbrogliare le procedure e in più ora serve l’autorizzazione formale delle autorità italiane alla riammissione, che prima non era prevista», spiega a Open Jacopo Colomba della ong WeWorld che si occupa di diritti umani, molto attiva a Ventimiglia. Secondo i dati della prefettura francese, riportati da Le Monde, nel 2023 Parigi ha respinto oltre 33mila persone, quasi 1.400 dall’inizio del nuovo anno. Alla polizia di frontiera d’Oltralpe, sulla base degli accordi bilaterali di Chambéry del 1997, serviranno prove inconfutabili che permettano di stabilire il passaggio dalla Francia all’Italia. «Ora è prevista una consegna a mano presso il posto di polizia italiano, rispetto a prima che venivano semplicemente rilasciati nel nostro territorio».
Persiste la militarizzazione ai valichi di frontiera
Eppure, la militarizzazione nelle zone di confine è stata rafforzata, come previsto dalle disposizione del ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin. «Ci sono moltissimi corpi di polizia ai valichi. A Mentone-Garavan ieri c’erano 8 gendarmi francesi, 3 van della polizia e un numero consistente di camionette», afferma Colomba. Il prefetto di Nizza, citato dai media locali, ha dichiarato in mattinata che «il dispositivo di controllo alle frontiere con l’Italia, con i suoi 400 dipendenti pubblici, persisterà anche in futuro». Ma il cambio di rotta è evidente anche per quanto concerne la presentazione della domanda di asilo in territorio francese. «Possiamo già dire che abbiamo registrato qualche caso di migrante fermato in un primo momento dalla polizia di Parigi a un valico di frontiera – spiega il project manager di WeWorld -, ma successivamente rilasciato sul territorio francese con una successiva convocazione di presentazione all’ufficio immigrazione di Nizza dove depositare la domanda d’asilo, questo non era mai avvenuto in 8 anni e mezzo». Ciò che resta da capire è chi viene effettivamente autorizzato a fare domanda d’asilo e, soprattutto, quante persone migranti al giorno.
«Sebbene ci sia stato un cambiamento importante, stiamo all’erta – spiega l’operatore – perché dalla pronuncia del Consiglio di Stato francese ne potrebbero derivare delle conseguenze in senso peggiorativo. Ad esempio a Ponte San Luigi stavano già predisponendo quattro container per una eventuale zona di detenzione». Cruciali saranno l’arrivo della primavera – periodo dell’anno in cui si verifica una maggiore affluenza di persone migranti al confine – e le elezioni europee di giugno. In mattinata il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella (creatura di Marine Le Pen), si è recato per la prima volta in campagna elettorale ai valichi di frontiera al confine con l’Italia insieme all’ex capo della controversa agenzia europea Frontex, Fabrice Leggeri, che si candiderà alle Europee di giugno con il partito francese di estrema destra. Quest’ultimo è accusato da tempo di collaborare ai respingimenti di massa di richiedenti asilo, vietati dal diritto dell’Ue e dalle norme internazionali. E da inizio febbraio proibiti anche in Francia.
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