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Un errore di progettazione della trave dietro la strage del cantiere a Firenze?

cantiere firenze crollo trave spezzata errore progettazione
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Si parla di un fissaggio mancante all'origine del crollo. Ma c'è anche un'altra ipotesi

La trave crollata nel cantiere di via Mariti a Firenze potrebbe avere avuto un errore di progettazione. Uno svarione che potrebbe aver causato il crollo durante la costruzione del supermercato Esselunga. Ma c’è di più: la trave avrebbe avuto bisogno di un ulteriore fissaggio. Che non sarebbe avvenuto. Una dimenticanza che potrebbe aver avuto un ruolo nella dinamica del cedimento. Il crollo è avvenuto alle 8.52 del mattino. La trave è venuta giù mentre gli operai gettavano qualche metro cubo di cemento. Ma lo scheletro della struttura, è l’ipotesi, sarebbe stato fin dall’inizio concepito con un vizio che ne avrebbe minato la stabilità. Il Quotidiano Nazionale spiega che ora saranno decisivi i video che hanno filmato il disastro per ricostruire la dinamica del cedimento.

RdB Italprefabbricati

Lunga circa 15 metri e di cinquemila chili di peso, è stata prodotta dalla Rdb Italprefabbricati. L’azienda è stata rilevata dalla famiglia D’Eugenio dopo il fallimento di quella di Piacenza. Ha mantenuto la sede nella città, ma ha stabilimenti anche ad Atri in provincia di Teramo e a Caserta. L’acquisto prevedeva anche i piloni con i supporti su cui poggiano le travi. Una delle domande a cui dovranno rispondere le perizie è se fossero sufficientemente armati. E se fossero o meno idonei alla struttura che dovevano supportare. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno acquisito atti presso la sede di Atri di Rdb. I pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone stanno congelando la situazione del cantiere al momento del crollo. Il personale della Rdb di Atri sostiene che la trave avrebbe avuto bisogno di un ulteriore fissaggio. Che non sarebbe invece avvenuto mentre iniziavano le operazioni di fissaggio.

La dimenticanza

Questa dimenticanza avrebbe avuto un ruolo nella dinamica del cedimento. Ma questo significherebbe che lo stendimento del cemento della soletta è stato sufficiente a farla crollare. Per questo invece, spiega il quotidiano, gli inquirenti prendono in esame invece l’ipotesi dell’errore nella progettazione. Che avrebbe portato dietro di sé la genesi del disastro. Nell’inchiesta al momento non ci sono indagati. Quando arriveranno le prime relazioni dai vari organismi di polizia giudiziaria potrebbero esserci le eventuali iscrizioni di garanzia. Il problema dell’elemento specifico non fissato – in linguaggio tecnico si chiama “dente” – rimane comunque sul tavolo. L’opera coinvolge decine di ditte nelle varie fasi di costruzione. Solo tre quelle a cui appartenevano gli otto tra vittime e feriti. Oltre alla Rdb, anche altre aziende hanno avuto richiesta di documenti da organismi investigativi.

Gli irregolari

Su quattro extracomunitari (tre morti e il disperso; la quinta vittima è l’italiano Luigi Coclite) due sono irregolari col permesso di soggiorno, ha confermato il procuratore il quale ha rivelato un altro sforzo in atto negli accertamenti: quello sulle identificazioni delle salme. «C’è il problema di abbinare i nomi ai corpi. Perciò è iniziata anche una complessa attività di identificazione su ciò che resta di questi poveri operai, avviata con l’ausilio di esperti e che richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche», ha detto il procuratore capo di Firenze Filippo Spezia.

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