Gaza, gli Usa mettono il veto alla risoluzione Onu per un cessate il fuoco immediato: «Minerebbe i negoziati» in corso al Cairo
Gli Stati Uniti hanno messo il veto oggi al Consiglio di sicurezza dell’Onu alla bozza di risoluzione presentata dall’Algeria che chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza. La proposta è stata dunque bocciata. La Gran Bretagna si era astenuta, mentre gli altri 13 membri del Consiglio di sicurezza – Francia compresa – avevano votato a favore. È la terza volta dall’inizio della guerra che gli Usa mettono il veto a una richiesta di cessate il fuoco alle parti in conflitto – di fatto, in primis a Israele. Per la Casa Bianca, preminente è la considerazione che una cessazione permanente dei combattimenti darebbe modo a Hamas di rialzare la testa e riorganizzarsi e dunque minerebbe il raggiungimenti degli obiettivi militari che Israele s’è posto nel lanciare l’operazione in risposta agli attacchi del 7 ottobre. Anche se gli Usa oggi hanno dato anche un’altra giustificazione pubblica alla scelta: approvare quella risoluzione oggi avrebbe significato «minare i delicati negoziati in corso» tra Israele e Hamas, che rappresentano al momento «l’unica via per una pace duratura nella regione», ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu Linda Thomas Greenfield.
Risoluzione alternativa cercasi
Dopo il voto il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby ha confermato questa posizione, ma ha rilanciato al contempo l’invito a Israele ad astenersi dall’allargare l’offensiva su Rafah senza un piano per garantire la sicurezza dei civili palestinesi. «Sarebbe un disastro», ha ribadito Kirby. Un’insofferenza della Casa Bianca verso l’ostinazione del governo-Netanyahu che si riflette in queste ore al Palazzo di Vetro nel lavorio per presentare una proposta di risoluzione alternativa in grado di mettere tutti d’accordo: secondo i media americani nella bozza fatta circolare tra le altre delegazioni degli Usa si menziona la richiesta di pervenire a un cessate il fuoco «nonappena praticabile». Sarebbe la prima volta che gli Usa accettano di introdurre in un documento formale dell’Onu la richiesta di un «cessate il fuoco», benché condizionata.
L’affondo del Sudafrica contro Israele
Per il Sudafrica Israele sta applicando una versione ancora più estrema di apartheid sui palestinesi rispetto a quella da loro sperimentata prima del 1994. Parola di Vusimuzi Madonsela, l’Ambasciatore sudafricano dell’Africa nei Paesi Bassi, dove ha sede la Corte internazionale di giustizia. «Noi sudafricani percepiamo, vediamo, ascoltiamo e sentiamo nel profondo le politiche e le pratiche disumane e discriminatorie del regime israeliano come una forma ancora più estrema di apartheid che è stata istituzionalizzata contro i neri nel mio Paese», ha dichiarato Madonsela. Intanto secondo la tv panaraba al Hadath Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas in esilio, è arrivato al Cairo per discutere con dirigenti egiziani un accordo con Israele per un cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi e prigionieri. Presente anche una delegazione israeliana, atterrata con un Hawker Beechcraft 400XP e ricevuta all’aeroporto del Cairo da alti funzionari dell’intelligence egiziana.
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