Donetsk, missili ucraini sulla parata di soldati russi: «Almeno 67 morti e 300 feriti». La vendetta di Kiev dopo la ritirata da Avdiivka
Doveva essere una semplice cerimonia di ispezione, con tanto di truppe in formazione da parata, ma si è trasformata in una strage. Intorno alle 9 di ieri, martedì 20 febbraio, due missili Himars lanciati contro un campo di addestramento russo a Trudovskoye, nel Donetsk, hanno provocato almeno 67 morti e 300 feriti. Tra le vittime c’è anche il generale Oleg Moisev, rimasto ucciso insieme ad altri ufficiali e comandanti della brigata. Secondo alcuni media russi, i due missili Himars, di fabbricazione statunitense, erano caricati con munizioni a grappolo. Alcune crude immagini pubblicate sui social mostrano il campo di addestramento russo con diversi cadaveri riversi a terra, mentre altri soldati sembrano impegnati a sgomberare l’area e spostare i loro corpi senza vita. Il governatore russo del Transbaikal, Alexander Osipov, ha confermato indirettamente l’attacco sul suo canale Telegram, pur sostenendo che le notizie al riguardo sarebbero «inesatte e grossolanamente esagerate». Complessivamente, secondo le stime della Bbc, sono 45.123 le morti accertate nell’esercito russo dall’inizio della guerra in Ucraina.
La caotica ritirata ucraina da Avdiivka
Intanto, la guerra sul campo procede, con l’esercito del Cremlino che continua a guadagnare terreno. Nei giorni scorsi le forze ucraine si sono ritirate dalla città di Avdiivka, costringendo anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ad ammettere che «la situazione è estremamente difficile». A rivelare qualche dettaglio in più su quella che sembra essere stata una caotica ritirata dell’esercito ucraino è il New York Times, secondo cui potrebbero essere centinaia i soldati ucraini catturati o uccisi nell’avanzata dell’esercito russo. Le stime del quotidiano statunitense, che cita alcuni alti dirigenti occidentali e soldati ucraini, variano da 850 a 1.000.
Foto di copertina: EPA | Una base militare russa (8 giugno 2023)
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