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Julian Assange, il processo a Londra si chiude senza un verdetto: attesa a giorni la decisione sull’estradizione negli Usa

21 Febbraio 2024 - 18:24 Bruno Gaetani
La sentenza definitiva sul possibile trasferimento del fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti era attesa per oggi. Ma i giudici dell'Alta Corte hanno chiesto altro tempo

Si è conclusa con un nulla di fatto, almeno per ora, l’attesa udienza sull’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange davanti all’Alta Corte di Londra. In questi giorni i giudici inglesi sono stati chiamati a esprimersi sul ricorso presentato dagli avvocati del giornalista australiano e fondatore di WikiLeaks. Il caso di Assange, detenuto da cinque anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, è diventato uno dei più dibattuti a livello internazionale. Negli Stati Uniti, il fondatore di WikiLeaks è imputato per la pubblicazione di circa 700mila documenti secretati, relativi ad attività militari e diplomatiche condotti dagli Usa all’estero. Qualora fosse condannato, rischia fino a 175 anni di carcere. La sentenza definitiva sulla sua estradizione era attesa per oggi, ma i giudici hanno preso tempo prima di emettere un verdetto. Secondo i media inglesi, sarà questione di pochi giorni, ma il tribunale non ha dato indicazioni in merito e si è riservato di prendersi il tempo necessario per riflettere sulle argomentazioni presentate dalle parti in causa.

Un caso internazionale

Secondo Amnesty International, Reporter Senza Frontiere e tutte le principali associazioni a difesa della libertà di stampa, Julian Assange non è altro che «un prigioniero politico», punito dai governi occidentali per aver smascherato le loro malefatte in giro per il mondo tramite la pubblicazione di documenti top secret. Non la vede allo stesso modo il dipartimento di giustizia statunitense. Secondo Clair Dobbin KC, avvocata del governo americano, Assange ha «pubblicato consapevolmente e indiscriminatamente al mondo i nomi delle persone che hanno agito come fonti di informazione per gli Stati Uniti», mettendole in pericolo e andando «ben oltre le azioni di un giornalista che stava semplicemente raccogliendo informazioni».

Assange di nuovo assente in aula

Sia nell’udienza di oggi che in quella di ieri, il fondatore di WikiLeaks non si è presentato in aula, a causa dei problemi di salute. Assange è detenuto infatti da cinque anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nella capitale britannica, e già in passato le sue condizioni fisiche e psicologiche sono state certificate come «precarie» sia da medici terzi che da delegati di organizzazioni internazionali. «Julian Assange – scrive WikiLeaks in un post pubblicato su X – non sarà in grado di presenziare neppure alla cruciale udienza odierna, a causa del protrarsi delle sue precarie condizioni di salute».

Foto di copertina: EPA/Neil Hall | Una manifestazione in solidarietà a Julian Assange a Londra (21 febbraio 2024)

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