Salute mentale e giovani: nel 2023 due suicidi al giorno e 700mila adolescenti sono dipendenti dai social – I dati
Sono preoccupanti i dati che fotografano la situazione di sofferenza psichica che riguarda bambini, giovani e adulti del nostro Paese. La Società italiana di psichiatria non a caso parla di una nuova pandemia, soprattutto considerando che dopo il Covid i sintomi depressivi nella popolazione sono quintuplicati. Le diagnosi di depressione e ansia hanno subito un incremento rispettivamente del 28% e del 26%. Inoltre, le statistiche dell’Oms segnalano come a livello globale un adolescente su sette tra i 10 e i 19 anni sia alle prese con un disturbo psicologico. Si tratta di un quadro che implica non solo gravi conseguenze umane e quotidiane per gli individui coinvolti, ma anche un impatto significativo su diversi aspetti sociali, inclusi quelli sanitari, educativi ed economici. Tuttavia, uno dei principali ostacoli che le persone affette da disturbi psichici devono affrontare è la stigmatizzazione e la scarsa consapevolezza riguardo alla salute mentale. Per cercare di contrastare questa tendenza, la Commissione Ue ha lanciato lo scorso giugno la Strategia Europea per la Salute Mentale che, adottando un approccio multisettoriale, spinge affinché il tema della salute mentale venga promosso con particolare rilievo non solo attraverso i servizi sanitari, ma anche tramite politiche lavorative e scolastiche.
700mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi
«Dopo la pandemia stiamo vivendo una nuova emergenza quasi invisibile, che riguarda innanzitutto i giovani. Il disagio mentale è la sfida del nostro tempo. La Società italiana di psichiatria stima almeno 700mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi. Per la Fondazione Brf-Istituto per la Ricerca in Psichiatria nel 2023 si sono registrati 833 suicidi, più di due al giorno», spiega Romana Liuzzo, Presidente della Fondazione Guido Carli. «Bullismo, cyberbullismo, aggressività e isolamento – aggiunge – sono sintomi di un disagio più grande, indotto anche dalla dittatura dell’apparenza, dall’obbligo di apparire perfetti sui social network».
La proposta sul tavolo della ministra Bernini
È a partire da questa drammatica fotografia che nasce una proposta (e un grido) della Fondazione Guido Carli, approdata sul tavolo della Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. «Corsi universitari negli atenei di tutta Italia a misura di studenti con disabilità mentali, che spazino dalle discipline delle facoltà tradizionali, come giurisprudenza ed economia, a quelle sperimentali e innovative»: è questo il cuore dell’idea della fondazione al centro anche della Lectio Magistralis di domani 23 febbraio, presso l’università Luiss di Roma, tenuta dalla nota attrice e regista Claudia Gerini e dal titolo Imperfetti e felici. Il coraggio della fragilità contro la dittatura dell’apparenza. La Fondazione ha preso spunto dal primo corso universitario di Teatro integrato dell’emozione, nato nel 2016 a Tor Vergata come percorso di formazione sperimentale realizzato su misura per studenti con disabilità mentali e fisiche di vario genere. «Il successo di questo corso ci ha suggerito la direzione», spiega Liuzzo. «Aprire le porte degli atenei a chi soffre di disturbi della psiche è la via migliore per offrire opportunità a chi sembra non averne. Contro il disorientamento e i pregiudizi – conclude – usiamo le armi dell’inclusione e della conoscenza».
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