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Il caso dell’università fantasma a metà tra la Sicilia e la Bosnia. Lo stop del ministero: «Le lauree non hanno valore»

23 Febbraio 2024 - 10:01 Redazione
Il distaccamento siciliano dell'università Gorazde non è mai stato riconosciuto dal Mur. E anche in Bosnia è in corso un'indagine

Le lauree e i titoli di studio rilasciati agli studenti dell’Università di Gorazde «sono privi di ogni valore e possibilità di riconoscimento». È con questa comunicazione che il ministero dell’Università ha diffidato lo pseudo-ateneo siculo-bosniaco «dal porre in essere ogni attività non conforme all’ordinamento universitario o che possa anche rivelarsi una pubblicità ingannevole nei confronti degli studenti». A sollevare il caso era stata nei giorni scorsi Repubblica, che aveva intervistato Salvatore Messina, un professore palermitano che si è presentato come «rettore per le attività internazionali» del distaccamento italiano dell’università bosniaca Gorazde. Nell’intervista, Messina spiega che il dipartimento di studi europei “Jean Monnet”, da lui presieduto, opera in convenzione con l’ateneo di Gorazde, in Bosnia, per i corsi in italiano.

La nota del Mur

A rispondere alle sue parole è ora il ministero guidato da Anna Maria Bernini. «A seguito di approfondimenti – scrive il Mur – è risultato che tale istituzione ha goduto fino a settembre 2023 di un accreditamento da parte delle competenti autorità bosniache e che tale accreditamento è venuto meno il 7 settembre 2023. Il Mur non ha mai autorizzato l’università di Gorazde a operare in Italia». Il risultato è che i titoli rilasciati agli studenti al momento della laurea non possono essere riconosciuti come validi. Si tratta, stima Repubblica, di circa cento dottori in Professioni sanitarie, che finora non hanno potuto iscriversi agli Ordini professionali. Sulla vicenda è intervenuto anche Mohammad Khamis, proprietario dell’università bosniaca, che accusa Messina di aver utilizzato il logo di Gorazde senza averne l’autorità per accreditarsi agli occhi del ministero italiano. Sulla vicenda indaga anche l’Agenzia investigativa della Bosnia Erzegovina, la Sipa.

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