Scuola, solo uno studente su tre viene punito per i brutti voti. E nel 10% dei casi i genitori se la prendono coi prof
I brutti voti a scuola, ormai, non sono solo un invito a migliorare. Sembra che la faccenda si sia complicata, sollevando in parte dalle spalle degli studenti la responsabilità delle insufficienze. Lo attesta una ricerca condotta da Skuola.net su un campione di 2.500 alunni delle classi superiori, dalla quale emerge che solo uno studente su tre sarà punito per i votacci riportati alla fine del primo quadrimestre (o del secondo trimestre, a seconda dei contesti).
Le motivazioni
Una clemenza che ha molte motivazioni: nel 67% dei casi, risiedono nella comprensione dei genitori, che sperano che con il dovuto impegno i ragazzi raggiungeranno la sufficienza entro la fine dell’anno. Ma nel 10% dei casi i genitori puntano il dito contro il corpo docente per i brutti voti dei loro pargoli, ritenendo che la colpa sia da attribuire anche a una presunta mancanza di sostegno da parte degli insegnanti. E questo modo di pensare può anche degenerare in vere e proprie aggressioni ai danni dei prof durante i colloqui intermedi: fisiche, come riportano il 2% degli intervistati, o verbali, secondo il 4%.
Le punizioni
Uno studente su dieci, secondo i calcoli, ha come minimo tre insufficienze, mentre a non aver raggiunto il sei in almeno una materia è un alunno su tre. Se hanno la sventura di ricadere nella minoranza di giovani puniti da mamma e papà, le sanzioni a cui vanno incontro rientrano tipicamente in quattro tipologie. C’è innanzitutto la limitazione nell’uso di smartphone, console per videogames, tv (14%). In alternativa, si ricorre al divieto di uscire con gli amici o di dedicarsi a sport e passatempo (9%). Oppure all’obbligo di svolgere dei lavoretti in casa o fuori (4%). Nel 2% dei casi arriva infine la riduzione della paghetta.