«Ammazziamoci insieme». «Questo non è amore»: il video che racconta il femminicidio di Floriana Floris ad Asti
«Questo non è amore. Non voglio morire. Voglio vivere perché ho una figlia». Floriana Floris è morta il 6 giugno 2023 per mano dell’uomo che voleva lasciare, Paolo Riccone. Lui è a processo per omicidio volontario aggravato. Lei quaranta minuti prima di essere uccisa con 45 coltellate aziona la funzione video del cellulare: «Lo faccio perché se succede qualcosa sapranno cosa mi hai fatto», gli dice mentre si trovano nella loro casa a Scapaccino nell’Astigiano. Lei vive in Piemonte dal 2021 nella casa del padre dell’imputato. Lui ha 50 anni e fa il ricercatore ad Alessandria. L’edizione torinese di Repubblica racconta che nel filmato si dice lui che le dice: «Ti amo». E lei risponde: «Questo non è amore. Se mi tratti così io voglio andarmene. Domani vado dai carabinieri a denunciarti. E poi vado dagli assistenti sociali: che mi trovino un’altra casa, prima che io torni a lavorare».
I filmati
Il cellulare riprende tutto. Nell’ultimo video lei la aggredisce e le dice: «Ammazziamoci insieme». Floriana pensa alla figlia e dice che non vuole morire. Lui la colpisce. Prima che il telefono si spenga lei urla: «Mi chiudo in bagno». Poi il buio. Una perizia psichiatrica ha decretato che Riccone è capace di intendere e di volere. Anche se è dipendente dagli psicofarmaci. «L’imputato – ha dichiarato lo psichiatra Raffaele Pugliese – di fronte alla possibilità concreta di perdere il possesso della donna, che riteneva di sua proprietà, le ha detto che senza di lei non poteva vivere e le ha proposto un suicidio di coppia». «Non voglio morire con te, voglio vivere per mia figlia», risponde Floriana. «Dio mio aiutami, aiutami mio Dio», l’ultimo grido. Il suo cadavere viene ritrovato in soggiorno tre giorni dopo. Lui è imbiottito di ansiolitici e ha bevuto candeggina. Ai carabinieri dice che lei si è suicidata.
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