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Meloni alla cena con la stampa estera dopo la sconfitta in Sardegna: «Tra Todde e Quaresima…». I sogni infranti e il motto «moriremo tutti» – Il video

27 Febbraio 2024 - 20:20 Redazione
L'intervento della presidente del Consiglio in occasione della cena con i corrispondenti della stampa estera, a poche ore dalla sconfitta alle Regionali

Il giorno dopo la vittoria del centrosinistra in Sardegna, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, invitata alla cena dei corrispondenti della stampa estera, riconosce – ironicamente – la sconfitta. «So che ci si aspetta un intervento leggero ma io non ero leggera neanche a 15 anni figuriamoci dopo 16 mesi di governo, poi mi invitate nel giorni in cui perdo la Sardegna e sto pure facendo la Quaresima e non posso nemmeno affogare i dispiaceri nell’alcol…», sottolinea Meloni nel suo intervento. La premier, fa sapere inoltre di aver sempre pensato che «per capire la politica, la storia, la letteratura devi cercare di capire i protagonisti: cercare di capire le persone può consentire di fare meglio il nostro lavoro», afferma la premier prima di raccontare ai giornalisti chi è Giorgia Meloni. Non solo una «madre, moglie, cristiana», dice. Ma anche, e soprattutto, «una giornalista e una persona che ha speso due terzi della sua esistenza nell’impegno politico», ribadisce. E poi ancora: «Non amo stare dove sono e, proprio per questa ragione, potrei rimanerci più degli altri». 

I sogni nel cassetto (mai realizzati)

Tra i sogni nel cassetto di Meloni, mai, però, realizzati. «Avrei voluto fare la cantante ma sono stonata. Avrei voluto giocare nella nazionale di pallavolo, ma sono nana. Avrei voluto conoscere Michael Jackson ma è morto troppo presto». Tra questi desideri non c’era quello di fare la presidente del Consiglio «perché sono una persone troppo lucida. Però Michael Jackson mi ha insegnato l’inglese – spiega – . Non tutti sanno che ho imparato l’inglese perché ero un’appassionata di musica e volevo capire cosa dicessero questi testi. E questo mi ha aiutato nella politica estera», confida. 

«Il mio slogan: “Moriremo tutti”»

«Uno dei miei collaboratore dice che il mio slogan è: “Moriremo tutti” – ironizza Meloni durante la conferenza -. Io non sono una persona ottimista, guardo sempre il bicchiere mezzo vuoto però siccome sono in grado di immaginare sempre lo scenario peggiore possibile, e di solito la sorte è sempre più magnanima di me, poi sono in grado anche di affrontare tutti gli altri scenari perché avevo previsto quelli peggiori», afferma la premier, sottolineando inoltre di sentirsi «una persona perbene e buona», spiega. Eppure, per Meloni, «non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo». Le cose che la fanno arrabbiare di più? «La slealtà, l’umiliazione e perdere a burraco, cosa che mi sta capitando spesso, diciamo che quest’anno non è partito benissimo».

«A Draghi avete portato sfiga, io vado..»

«Non mi lancerò in una danza perché non è proprio il giorno giusto ma vi ringrazio se non altro per il buon auspicio perché mi avete invitato a questa cena e dopo avermi invitato mi avete spiegato che due giorni dopo che era venuto Mario Draghi…gli avevate portato una sfiga senza precedenti…», scherza Meloni. «Farò del mio meglio per allontanarmi da questa sala il prima possibile – afferma – e cercare di rimanere un pochino a governare questa nazione». 

La riforma del premierato

Con la riforma del premierato, quello che vorrebbe fare Meloni «è che chi governa lo scelgano cittadini e che se va a casa si torna a votare: la democrazia. Voglio dare stabilità e maggiore peso ai cittadini», afferma. Il «tempo è quello che è mancato ai governi italiani: a questa nazione serve stabilità, per dare priorità agli investimenti, avere una strategia, governare i poteri economici. Sulla riforma costituzionale ci sono accuse, un famoso commentatore Usa citava Mussolini perchè dice che per pochi voti sarà possibile avere la maggioranza: accade in varie democrazia come la Francia».

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