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Salmo contro le piattaforme streaming e i social: «L’arte è da buttare» – I video

27 Febbraio 2024 - 18:52 Gabriele Fazio
Il rapper sardo in un video su Instagram si interroga sul rapporto tra algoritmi e arte. E conclude il suo sfogo con una bestemmia

«Già la musica è quasi completamente gratis, perché dovete sapere che le piattaforme di streaming ci pagano un cazzo, non ci danno niente, pochissimo. Eh vabbè, però non posso neanche postare su internet, per fare un po’ di pubblicità alle canzoni che ho fatto per più di 29 secondi. Non si sa il perché, se tu lo posti per 30 secondi ti buttano già la canzone, ma la canzone l’ho fatta io. Neanche se ti mettono in “white list”, forse in quel caso potresti ma mai per più di 29 secondi». Le parole sono del rapper Salmo, che si sfoga in un video su Instagram dopo la condivisione finita male della sua nuova canzone Non mi riconosco, firmata da Mace insieme a lui e al giovane Centomilacarie.

Salmo lamenta duramente il rapporto iniquo che intercorre al giorno d’oggi tra la musica e i social. E di certo non è il primo a manifestare pubblicamente contro il trattamento delle piattaforme streaming, che pur vivendo di musica non hanno ancora trovato un modo per retribuire in maniera consona gli artisti che producono quella musica, specie gli esordienti, che non riescono a farne un lavoro.

Non solo. Salmo contesta anche la discrezionalità morale dell’algormitmo, che decide cosa è lecito e cosa non lo è: «Devi stare attento a quello che dici nelle canzoni, alle foto che posti, ai video che fai, sennò te lo bloccano, l’arte allora, ragà, è da buttare, non c’è più libera espressione», continua nel video che conclude con una bestemmia. Proprio ieri un problema simile ha visto protagonista il cantautore ex X Factor Enrico Nigiotti, che si è visto censurare il video ufficiale della sua Ninna Nanna, canzone dedicata ai suoi figli. L’algoritmo avrebbe intercettato l’immagine di un pene. Solo che il pene in questione era quello dello stesso Nigiotti, quando era neonato alle prese con il suo primo bagnetto. Il cantautore toscano in un post ha annunciato che il video verrà ripubblicato censurando quei cinque secondi e, da buon toscano, commenta in maniera esplicativa le policy di Instagram: «Altro che intelligenza artificiale, avete gli occhi come i gabbiani».

È questo il legittimo problema che Salmo si pone, appoggiato nei commenti da tanti altri artisti noti, da Morgan a Inoki, da Ensi a Space One: l’arte può essere sottoposta a censura? Che succede nel momento in cui l’economia dell’arte in qualche modo dipende dalle piattaforme? Quali sono le conseguenze che ricadono sul prodotto artistico che verrà proposto al pubblico? Il dibattito è aperto.

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