Relazione sui servizi segreti, la preoccupazione di Belloni: «Quest’anno 76 paesi al voto, il rischio è la minaccia ibrida. Russia molto attiva»
Non solo la preoccupazione e la protezione dagli attacchi terroristici, non solo l’allarme per la situazione in Ucraina e a Gaza. Ad allarmare il direttore del Dis, Elisabetta Belloni, come spiega nel corso della presentazione della relazione annuale dell’intelligence, c’è anche un complesso quadro politico internazionale: «Nel 2024, 76 Paesi del mondo, pari alla metà della popolazione mondiale, andranno al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida», spiega. Minaccia ibrida e rischi correlati all’uso dell’arma della diffusione di fake news sono anche una delle principali preoccupazioni del presidente del Copasir, Lorenzo Guerini: «Dobbiamo darci strumenti per ricercare una reazione efficace alla disinformazione, tenendo conto dell’esigenza di non censurare, ma considerando anche che ci sono luoghi di attacco nella formazione delle nostre opinioni pubbliche». Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, ha anche sottolineato il ruolo crescente che ha l’Italia soprattutto nel continente africano: «I servizi non hanno cambiato mestiere, l’intelligence svolge un ruolo anche in ambito umanitario. L’ospitalità e la cura che stiamo assicurando a decine di bambini feriti di Gaza, è frutto di una missione che non sarebbe stata possibile senza l’apporto della nostra intelligence che ha messo a disposizione contatti e risorse».
Cosa dice la relazione
Molti gli spunti contenuti nella Relazione annuale. Quando si parla di campagne ibride, uso di fake news, attacchi cyber è la Russia l’attore più attivo «in danno dell’Italia e dell’Occidente intero». Mosca ha anche cercato di ostacolare le iniziative italiane ed europee di diversificazione energetica con propaganda “atta a inquinare l’informazione verso il grande pubblico circa l’andamento dei prezzi dell’energia». Preoccupa sempre il quadrante Mediorientale. Nell’ultima parte del 2023 si è registrato «un deciso innalzamento delle tensioni in contesti in cui la crisi di Gaza ha rappresentato un fattore di innesco per l’avvio di attività potenzialmente destabilizzanti condotte da attori locali riconducibili al cosiddetto ‘Asse della Resistenza’, un’alleanza informale che unisce sul piano strategico diverse realtà del quadrante – Iran, Hezbollah libanesi, Houthi yemeniti, milizie sciite in Iraq e Siria, gruppi sunniti palestinesi – in una connotazione anti-israeliana e anti-occidentale». «L’Italia si è confermata potenziale bersaglio per la sua centralità nel mondo cristiano, il suo impegno nella Coalizione anti- Daesh e la presenza di luoghi simbolo della storia occidentale come il Colosseo che continua a essere considerato, dalla retorica d’area, obiettivo di conquista privilegiato nel cuore dell’Europa ‘miscredente’». L’intelligence ha mantenuto una grande attenzione sui foreign fighters che a suo tempo hanno raggiunto teatri di guerra. Nel 2023, sono saliti a 149 (di cui 39 rientrati) quelli collegati con l’Italia. Sono inoltre stati espulsi 77 soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale, di cui 42 tunisini.
L’estrema destra e gli “antagonisti”
Attenzione dell’intelligence anche su come si comportano i gruppi estremisti italiani. L’estrema destra «ha continuato a impegnarsi nel tentativo di aumentare visibilità e seguito per le formazioni più strutturate, anche in un’ottica di accreditamento politico in vista di future tornate elettorali locali». «I temi maggiormente all’attenzione – rilevano gli 007 – sono stati l’incremento delle spese energetiche, il carovita e, più in particolare, le posizioni dell’Esecutivo sui teatri di crisi esteri ritenute, dalla narrativa di settore, espressione degli interessi della Nato, della Ue e dell”imperialismo statunitense’». In linea con queste invettive, l’intelligence ha rilevato «un significativo attivismo in vari Paesi europei teso a incrementare le relazioni con formazioni ultranazionaliste del Vecchio Continente, con l’intento di mettere insieme un ‘fronte politico internazionale’ di chiara impronta anti-atlantista e filo-russa». L’estrema destra mantiene interesse nel rapporto con le tifoserie organizzate e i gruppi studenteschi. Il movimento antagonista, invece, avrebbe trovato nuova linfa nelle azioni ‘antisioniste’, con particolare attenzione viene osservata la campagna “Boicotta, Disinvesti, Sanziona” (BDS).