Il capo del sindacato dell’Esercito si schiera con Vannacci: «Non ha offeso nessuno, assurda la sua sospensione»
Tra i militari c’è chi difende esplicitamente il controverso Roberto Vannacci, il generale sospeso per 11 mesi dall’Esercito e indagato per istigazione all’odio razziale a seguito delle dichiarazioni omofobe, negazioniste e razziste presenti nel suo libro Il mondo al contrario. Come Marco Votano, segretario generale del Sindacato Libera Rappresentanza dei Militari. «Non entrando nel merito di ciò che scrive Vannacci in quanto può essere o non essere condivisibile, credo che sia oltremodo sproporzionato e fuori luogo entrare nel merito della libera espressione del proprio pensiero ancorché si tratti di un militare», dice Votano a Open. A suo avviso, Vannacci sarebbe finito vittima di decisioni eccessive da parte dell’Esercito.
I confini della liberta d’espressione?
«La Costituzione riconosce a tutti i cittadini la facoltà di poter esprimere la propria opinione, anche ai cittadini in uniforme. Le norme ed in particolare il Codice dell’ordinamento Militare dà facoltà ad ognuno di poter pubblicare i propri scritti. La limitazione sta nel non trattare argomenti coperti da segreto o riservati», sostiene Votano. Secondo la visione del sindacalista, «non è bello introdurre in ambito disciplinare il “reato di opinione” anche perché, un provvedimento di Stato “distrugge” la carriera e le legittime aspettative di un militare, chiunque esso sia». Votano insomma teme la creazione di un pericoloso precedente: «Si può essere d’accordo o meno, ma fin quando nessuno diffama o offende qualcuno (e quel qualcuno non sporge querela nelle sedi preposte) non vedo opportuno che sia sanzionato dall’Amministrazione dello Stato». Vannacci, va ricordato, è stato querelato per diffamazione dalla campionessa di pallavolo Paola Egonu, la quale veniva citata esplicitamente nel libro Il mondo al contrario. Inoltre, è da qualche giorno formalmente sotto inchiesta anche per peculato e truffa per le spese sostenute quando prestava servizio presso l’ambasciata italiana a Mosca.
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