Antonio Laudati: il giudice antimafia indagato per dossieraggio contro politici, vip e imprenditori
Il giudice antimafia Antonio Laudati è indagato a Perugia per accesso abusivo a sistemi informatici e banche dati. Ma anche di falso e di divulgazione di informazioni riservate, insieme al maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Striano. L’indagine risale al 3 agosto scorso da una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto. Oltre a lui, tra le vittime di dossieraggio ci sono Daniela Santanchè, Ignazio La Russa, Denis Verdini, Matteo Renzi, Francesco Totti e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Raffaele Cantone. Parte dalle cosiddette SOS, ovvero le segnalazioni di operazioni sospette che Bankitalia riceve ed elabora per segnalare reati finanziari.
Mandato a comparire
Secondo l’ipotesi dell’accusa si sono verificati episodi di dossieraggio ai danni di politici, vip, imprenditori e sportivi. Spiati anche i conti correnti e i 740 delle vittime. Laudati è attualmente sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia. Da procuratore capo di Bari indagò sul filone delle ragazze offerte a Berlusconi da Giampi Tarantini. Laudati, scrive oggi La Repubblica, ha ricevuto un mandato a comparire dalla procura di Cantone. La storia dell’indagine parte proprio dalla Dna. Che riceve per motivi d’ufficio dagli istituti bancari e dagli operatori finanziari le Sos, ovvero le segnalazioni. Molto spesso si tratta di semplici dichiarazioni su passaggi non usuali di denaro o depositi di preziosi e gioielli. Non si tratta di documenti che di per sé rappresentano prove decisive, ma soltanto possibili spunti per indagini che a volte rivelano operazioni perfettamente lecite.
Quattro casi di dossieraggio
Crosetto ad agosto ha denunciato in seguito a un articolo del quotidiano Domani che parlava dei compensi ricevuti da parte di Leonardo e altre aziende di armi italiane. Le indagini della procura di Roma hanno portato a individuare quale autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche ritenuti da magistrati presumibilmente non leciti Striano, in forza al nucleo di polizia valutaria della capitale ma distaccato al gruppo Sos. A Laudati invece vengono contestati quattro casi di dossieraggio. Alcuni di questi non sarebbero collegati a personaggi pubblici. Laudati non si è presentato all’interrogatorio. Striano era la persona che materialmente accedeva alle banche dati su richiesta di soggetti esterni. E talvolta queste informazioni finivano sui giornali. Ma anche ad altri soggetti beneficiari delle informazioni riservate.
Tre giornalisti indagati
Ci sono tre giornalisti indagati nella vicenda. Il maresciallo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati. Le indagini hanno investito un periodo di tempo che va dal 2019 fino a pochi mesi fa, quando Striano è stato allontanato dal procuratore antimafia Giovanni Melillo, che collabora all’indagine. I casi sono centinaia. Gli inquirenti li ritengono abusivi perché non avevano SOS a monte a giustificarli. L’input quindi poteva essere o dare notizie alla stampa, oppure trasformarle in notizie di reato, oppure ancora usarle a fini di ricatto. «L’obiettivo era comunque colpire i nemici», dice un investigatore.
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