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Lo spaccio si fa smart: a Roma un altro arresto legato a Session, l’app usata per ordinare erba e hashish. Cos’è e come funziona

Si tratta di un'app di messaggistica che rende praticamente impossibile risalire ai venditori, usata per organizzare gli appuntamenti

I tempi cambiano, nuove tecnologie si sviluppano, e gli spacciatori si adeguano. Così il tradizionale appuntamento nelle piazzette losche delle città per l’acquisto delle sostanze è stato sostituito, nella maggior parte dei casi, da un comodo servizio di delivery. Organizzato e gestito da app che rendono praticamente impossibile risalire ai venditori. Se il vertice della piramide rimane oscuro, alla base si agitano giovani o giovanissimi. Sono loro a recapitare l’ordine. Come una dj romana, incensurata, che ha patteggiato una condanna di 1 anno e 4 mesi davanti al Tribunale monocratico di Piazzale Clodio.

Una nuova app

Lo scorso sabato, le forze dell’ordine l’hanno sorpresa a trasportare due buste: contenevano, rispettivamente, 28 grammi di marijuana e 35 di hashish. Nel veicolo, anche 985 euro in contanti. Su entrambe le buste figuravano delle sigle: l’esame effettuato sul suo cellulare ha permesso di ricostruire che dovevano farle capire quando e dove consegnare la droga. Gli appuntamenti erano stati fissati attraverso una nuova app di messaggistica, che sta prendendo sempre più piede nell’ambiente. Si chiama Session, e la sua fortuna è dovuta al fatto che garantisce ancora più privacy di Telegram.

Cos’è e come funziona Session

Come spiegato nella pagina di presentazione su Google Play: «Session utilizza una potente rete decentralizzata di server per instradare i tuoi messaggi, rendendo impossibile per chiunque perdere o vendere i tuoi dati. E con i protocolli di routing privato di Session, i tuoi messaggi sono completamente anonimi. Nessuno sa mai con chi stai parlando, cosa stai dicendo e nemmeno il tuo indirizzo IP». E infine, una promessa finale: «Riprenditi la tua privacy online oggi: scarica Session». L’app è stata lanciata nel 2020, e l’uso per veicolare traffici illeciti è stato istantaneo. Nel pieno della pandemia globale causata dal Coronavirus, infatti, la vendita di erba, hashish e altre sostanze ha iniziato a essere organizzata telematicamente. Fino al punto che adesso la maggioranza dei casi che approdano in Tribunale riguarda applicazioni di messaggistica, come Telegram. E, con frequenza crescente, Session.

I precedenti

Lo scorso marzo, sulla piattaforma era stata scoperta una chat. Conteneva un listino prezzi per diverse tipologie di torte. Era un codice per intendere la droga. Così avvenivano le compravendite a Ponte Milvio, cuore della Roma bene. Per l’episodio erano stati fermati tre giovani residenti tra Ardea e Pomezia, tra i 18 e i 23 anni. Corrispondono al profilo della recluta perfetta per questo genere di operazioni. Giovani, incensurati, tirati dentro spesso contro la loro volontà. Finiscono a fare le consegne perché a loro volta consumano sostanze, e hanno magari accumulato qualche debito con il fornitore. Oppure sono giovani studenti caduti nelle mani degli usurai dopo aver iniziato a dipendere dalle scommesse online, come denunciato dall’ambulatorio Antiusura Confcommercio. Dove è stato rilevato che, solamente tra dicembre e gennaio, le richieste d’aiuto relative al fenomeno, provenienti soprattutto da studenti universitari, sono cresciute del 50%.

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