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Calenda-Conte, la pace è già finita. Il leader di Azione: «Populisti, incapaci, filo-Putin. Non sosterremo mai un candidato M5s»

Si richiude lo spiraglio aperto dopo la vittoria di Todde in Sardegna: «Ma se casualmente capita loro di sostenere un candidato civico capace, come in Abruzzo, nulla quaestio»

All’indomani dell’elezione in Sardegna di Alessandra Todde, Carlo Calenda aveva fatto un mea culpa: mai più a sostegno di candidati terzi, neppure se sulla carta sono forti come Renato Soru (che ha mancato il quorum del 10% ma è stato un esponente del Pd di primo piano). Oggi, torna a rimbrottare duramente Giuseppe Conte e il Movimento cinque stelle dando loro dei populisti, incapaci, trasformisti, proputiniani. Tenetevi campo largo, campo giusto e il campo russo.

I segnali del dopo Todde

ANSA / Vincenzo Garofalo

Lunedì i toni sembravano diversi. In una intervista ad Huffington Post, Calenda addirittura, aveva detto che per le elezioni locali «con Conte bisogna parlare». Un’apertura implicita alla stessa Todde, di cui veniva criticato il programma ma in forme piuttosto blande. Oggi, complice la battuta del leader m5s ieri a Tagadà – «Calenda dichiara molto spesso, va preso nell’orario giusto: valuteremo i comportamenti concreti» – e forse letto anche il sondaggio di Ilvo Diamanti su Repubblica, i toni sono molto più netti. Diamanti infatti, stamattina, spiegava come solo il 27% degli elettori di Azione e Italia Viva vedrebbe con favore la partecipazione del Terzo polo al Campo largo con Pd ed M5s, mentre sarebbero ben più favorevoli (61%) ad un accordo col solo Pd. Fatto sta che Calenda su X ha esordito col suo «te lo spiego bene». rivolto a Conte: «Non sosteniamo né sosterremo candidati del M5s. Se casualmente al movimento 5 stelle capita di sostenere un candidato civico capace, come in Abruzzo, nulla quaestio».

Le Europee e i prossimi appuntamenti regionali

ANSA/GIUSEPPE LAMI

Il calendario di appuntamenti in cui Azione dovrà decidere il da farsi è fitto. Per l’Abruzzo sta in una coalizione, con anche i grillini, a sostegno di Luciano D’Amico, nel tentativo di rispedire a Roma l’uscente di FdI Marco Marsilio. Non è chiaro cosa accadrà in Basilicata, dove il civico Angelo Chiorazzo, spinto dal Pd ma non oggetto di un’intesa con i grillini (che hanno messo un veto sul nome), ha annunciato di voler andare avanti anche da solo. Né è chiara la situazione per Piemonte, comune di Firenze e persino Europee, appuntamento per il quale Azione potrebbe riavvicinarsi ad Emma Bonino e Riccardo Magi, ma il programma è ancora in forse.

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