Chico Forti arriva in Italia, l’annuncio della premier Giorgia Meloni – Il video
«Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli stati uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. Questo è un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora aspettiamo in Italia Chico Forti». Così in un video diffuso a Washington la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia per Chico Forti: un abbraccio a lui e alla famiglia, è un’ottima notizia frutto anche dell’impegno e della serietà del governo. Altra promessa mantenuta», si è complimentato il vicepremier e ministro Matteo Salvini. Al coro dei complimenti interviene anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «La firma ottenuta oggi dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per l’autorizzazione al trasferimento di Chico Forti è uno straordinario risultato del Governo e della diplomazia italiana. Orgoglioso dei nostri funzionari. In silenzio continuiamo a raggiungere risultati importanti».
Lo zio di Chico Forti: «Meloni ha mantenuto la promessa»
«Il presidente Meloni mi ha chiamato questa sera anticipandomi la notizia del rientro di Chico in Italia. In ogni incontro fatto con lei negli ultimi cinque anni me l’aveva sempre promesso. Negli ultimi mesi l’avevo sentita diverse volte e ogni volta mi aveva ribadito che avrebbe riportato Chico in Italia. Adesso ha mantenuto la parola». Questo il commento di Gianni Forti, lo zio dell’imprenditore trentino in carcere in Florida dal 1999 con l’accusa di omicidio. «Sono travolto dall’emozione, non ce la faccio nemmeno a fare un ‘respirone’ – dice Forti all’ANSA -. Sono 25 anni che viaggio dall’Italia agli Stati Uniti, avrà fatto almeno 50 voli verso la Florida per arrivare a questo risultato. E poi centinaia di migliaia di chilometri in auto e treno in Italia. Con il supporto degli Amici di Chico e di tante persone, che ci sono state vicine, abbiamo promosso centinaia di eventi. Ma senza alcuna contestazione solo per dare un supporto pacifico alla nostra causa. Devo dire grazie di cuore a tutti coloro che in questi anni hanno avuto sempre fede, convinti che il rientro di Chico in Italia sarebbe avvenuto». «In venticinque anni abbiamo avuto 14 governi e tante promesse. Abbiamo urlato l’innocenza di Chico ai quattro venti. Abbiamo chiesto aiuto al governo italiano che per i motivi che ben conosciamo non può intervenire direttamente nelle vicende giudiziarie di altri stati. E per la particolare articolazione giudiziaria nel processo dello Stato della Florida nemmeno il Presidente Usa può interferire. In questi anni abbiamo tentato la strada della revisione del processo ma inutilmente. Abbiamo raccolto 25 scatoloni di carte contenenti 50 mila documenti, che abbiamo passato a uno a uno per trovare una sola prova che potesse giustificare la condanna. Ma non l’abbiamo trovata. Adesso per la seconda volta dopo il 2020 il governo ha preso in mano la vicenda di un italiano che da 25 anni è in carcere negli Usa. Non vediamo l’ora di riabbracciarlo», aggiunge Gianni.
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