In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ATTUALITÀBolognaBullismoEmilia-RomagnaGiovaniInchiesteSocial mediaSuicidiTikTok

La denuncia del padre del tiktoker suicida in diretta: «Ho chiesto le chat di mio figlio, ma si oppongono e lo trattano da colpevole»

01 Marzo 2024 - 08:28 Redazione
bologna vincent plicchi suicidio padre matteo
bologna vincent plicchi suicidio padre matteo
La replica della piattaforma: «Diffondere le chat violerebbe la privacy degli utenti coinvolti nel messaggio»

Matteo Plicchi, il padre di Vincent “Inquisitor Ghost” – il tiktoker 23enne di Bologna che si è tolto la vita perché vittima di cyberbullismo, non ha intenzione di mollare il caso del figlio. Ieri ha deciso di sfidare TikTok chiedendo al giudice di Bologna di riaprire il profilo di Inquisitor Ghost a fine commemorativo e di poter avere una copia delle presunte chat con cui Vincent è stato tacciato di pedofilia. «Sono già entrato in possesso di alcune chat grazie alle mie indagini private con cui sono entrato nel suo telefono. Ma non c’è tutto, non ci sono i suoi ultimi giorni di vita, che è quello che mi interessa. A TikTok, chiedo solo un arco di tempo circoscritto, il periodo in cui iniziò a mostrarsi preoccupato», racconta Plicchi in un’intervista a La Stampa, sottolineando che con buona probabilità è in quel momento che ha iniziato a ricevere insulti, minacce e accuse.

TikTok si rifiuta

Ma la piattaforma cinese si è opposta, spiegando di non poterlo fare perché violerebbe la privacy delle persone coinvolte nei messaggi. «A me non interessano le conversazioni che non siano moleste. Credo sarebbe facile per il giudice stabilire che cosa è rilevante e che cosa no», replica il padre del tiktoker a colloquio con Filippo Fiorini. Al contempo, vorrebbe riattivare il profilo di Vincent, che è stato bloccato dopo la diretta per aver diffuso «contenuti violenti».

«Vincent è la vittima e viene trattato come il colpevole»

Plicchi vorrebbe riaprirlo a scopo commemorativo, ma anche in questo caso la piattaforma non sembra intenzionata a venirgli incontro. «TikTok ci offre di inviarci i contenuti che produceva, e ci propone di aprire una nuova utenza, su cui pubblicarli. Ci terremmo molto invece che il suo fosse un account commemorativo. I suoi follower si aspettano un messaggio di giustizia», denuncia il padre. «Vincent è la vittima e viene trattato come il colpevole», aggiunge. «Ma – conclude – il suo principale carnefice e gli altri che hanno attaccato mio figlio,sono serenamente online. Hanno cambiato nome utente e sono di nuovo lì».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti