«A Gaza non è “genocidio”», il capo di Anpi Milano si dimette: attacchi al corteo. Il presidente nazionale: «Perché abbiamo scelto quella parola»
È scontro anche nell’Anpi sull’uso della parola «genocidio» a proposito della reazione militare israeliana nella Striscia di Gaza dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre. Il presidente di Anpi Milano dal 2011, Roberto Cenati, si è dimesso contestando l’uso della parola «genocidio» da parte dei vertici nazionali dell’Associazione nazionale partigiani in relazione alla risposta militare di Israele ad Hamas. «Il governo di estrema destra di Netanyahu – dice Cenati all’ansa – dopo l’ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidente tantissime persone, fra cui bambini e donne. Ma il termine “genocidio” – sottolinea – va usato con “delicatezza” perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione».
Da ormai 12 anni Cenati guidava l’Anpi di Milano. Finora aveva cercato di evitare che l’Anpi milanese venisse coinvolto nelle manifestazioni filo-palestinesi, contestando proprio le parole d’ordine usate in quelle occasioni. In una recente intervista al Corriere della Sera, Cenati aveva ribadito quanto fosse «improprio parlare di genocidio: in Palestina è in atto un bagno di sangue e una tragedia umanitaria. Chiediamo il cessate al fuoco al governo israeliano. Ma genocidio è un’altra cosa». Una posizione che gli ha procurato dure critiche anche all’interno dell’associazione. Fino alla decisione delle dimissioni.
La risposta dell’Anpi nazionale
A Roberto Cenati risponde il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che si dice «stupito» per le dimissioni del dirigente milanese. «Una delle parole d’ordine della grande manifestazione del 9 marzo è “impediamo il genocidio”, parole che utlizza il Tribunale penale internazionale. Dire “impediamo” poi – prova a spiegare Pagliarulo – significa che nn c’è ancora un genocidio, ma c’è un pericolo che accada». Il presidente dell’Anpi assicura poi che prima di organizzare le parole d’ordine della manifestazione ci sarebbe stato ampio dibattito con le altre associazioni organizzatrici. Tra gli slogan scelti c’è stato appunto «impediamo il genocidio», che sarebbe stato «frutto di una lunga riflessione. Si tratta di parole che utilizza il Tribunale Penale Internazionale e, dunque, ci siamo semplicemente adeguati a una proposta di buon senso. Vorrei sottolineare poi che impedire significa che non c’è ancora un genocidio in corso, ma c’è il pericolo che accada». Pagliarulo poi attacca frontalmente Cenati, che «mi pare sia in estrema difficoltà con le sue sezioni. Ma questo è un problema di Milano su cui non metto becco, visto che siamo un’associazione democratica».
La protesta alla manifestazione
E proprio attivisti dell’Anpi milanese hanno partecipato a una manifestazione pro Palestina in piazza San Babila, dove sono stati lanciati anche slogan contro Cenati: «Meno male che se n’è andato – hanno detto alcuni partecipanti alla manifestazione – Da tantissimi iscritti all’Anpi non era più ben visto perché le sue esternazioni erano sempre a favore di Israele che condividiamo se si parla della Shoah, ma in questo momento non è il caso di stare dalla parte di un governo che sta massacrando una popolazione».
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