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Fuortes come sovrintendente del Maggio Fiorentino. Il ministero: «Non abbiamo ricevuto nulla». Ma il sindaco Nardella li smentisce

05 Marzo 2024 - 20:37 Redazione
La nota di Palazzo Vecchio sull'indicazione dell'ex ad Rai contro il Mic. La proposta «è stata inviata al ministro oggi pomeriggio»

La lettera del sindaco di Firenze Dario Nardella con la proposta del Consiglio di indirizzo del Maggio musicale «è stata inviata al ministro oggi pomeriggio, subito dopo la riunione di insediamento del CdI» e «c’è sorpresa per le affermazioni che arriverebbero da fonti del ministero, visto che dal ministero sono sempre arrivati chiari segnali di apprezzamento verso Carlo Fuortes, figura di indiscusso prestigio». A parlare è direttamente il numero uno di Palazzo Vecchio che smentisce la doccia fredda del ministero della Cultura. Appena sono circolate indiscrezioni di stampa su Fuortes sovrintendente del festival più antico in Italia, il dicastero di Gennaro Sangiuliano si è affrettato con una nota, specificando che non è stata ricevuta «nessuna comunicazione ufficiale e formale in merito all’indicazione di Carlo Fuortes a Sovrintendente del Maggio Fiorentino». «Occorre in primo luogo acquisire gli atti e leggerli. Sorprende la rapidità con cui è stato diffuso il nome di Fuortes, auspicando che l’analisi sia stata accurata e approfondita», spiegano fonti del Mic all’Ansa. Non solo, dal ministero si ricorda inoltre che «esiste un precedente risalente all’epoca in cui il ministro in carica era Alberto Bonisoli: allora fu chiesto un approfondimento relativo al Massimo di Palermo. Non è escluso che ciò accada anche in questa occasione».

Le polemiche

L’indicazione per la realtà fiorentina sta diventando più caotica del previsto. E sta scatenando inevitabili polemiche. «Il ministro Sangiuliano si copre dietro una velina dell’ufficio stampa del Mic per cercare di nascondere la modalità irrituale e caotica con cui sta gestendo la nomina del sovrintendente del maggio fiorentino», dichiarano i capigruppo Pd nelle commissioni Cultura e Giustizia della Camera, Irene Manzi e Federico Gianassi. «Stiamo assistendo a una gestione delle nomine ministeriali che appare viziata da continue interferenze di politici del partito nel ministro in scelte che spettano ai consigli di indirizzo dei teatri rispetto alle quali il ministero deve tenere conto delle indicazioni degli enti locali e dei soci. Chiederemo conto al ministro, non possiamo tuttavia non notare quanto il ruolo di Sangiuliano e le sue prerogative, anche in questa occasione, siano nelle mani del suo partito che sembra averlo definitivamente commissariato», conclude il comunicato.

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