Dossieraggio, l’indagine per tangenti su Gabriele Gravina nata su “input” di Claudio Lotito
Il presidente della Figc Gabriele Farina è indagato a Roma per una presunta tangente da 250 mila euro. L’indagine parte dall’affidamento di un appalto in cambio del pagamento di opzioni d’acquisto su libri antichi di proprietà del numero 1 della Federcalcio. L’aspirante acquirente non avrebbe mai proceduto all’acquisto. Ma avrebbe rinnovato le opzioni spendendo la cifra, che poi Gravina avrebbe utilizzato per acquistare un appartamento a Milano. Il fascicolo è aperto da tempo, ma la storia viene fuori oggi perché fa parte di quelle sotto inchiesta da parte della procura di Perugia. Alla base dell’indagine c’è infatti ufficialmente una segnalazione della procura di Salerno. Ma in realtà è partita dalle notizie fornite a Pasquale Striano da un ex collaboratore di Gravina che si chiama Emanuele Floridi. Il quale poi è passato nell’orbita di Claudio Lotito.
La vicenda
Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera a Salerno un fascicolo d’indagine è stato aperto sulla vendita della Salernitana all’imprenditore Danilo Iervolino. Secondo Lotito lui, ex proprietario, è stato costretto dalle regole della Figc sull’incompatibilità nella proprietà di due squadre che giocano nella stessa serie a svendere il pacchetto di controllo della società. A Striano gli inquirenti hanno trovato un appunto chiamato Gravina.doc che conteneva informazioni relative ad attività investigative in corso e quindi coperte da segreto d’ufficio. Mentre l’inchiesta su Gravina è stata aperta grazie a un documento di Antonio Laudati, anche lui indagato nell’inchiesta di Perugia, trasmesso dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo a piazzale Clodio. Nell’inchiesta è confluita anche una Segnalazione di Operazione Sospetta di un notaio milanese proprio a proposito dell’acquisto dell’appartamento da parte di Gravina.
L’uomo di Lotito e Pasquale Striano
La storia comincia nella primavera del 2022. Laudati chiama Striano e lo mette in contatto con Floridi. Quest’ultimo, accompagnato dal direttore sportivo della S.S. Lazio Mariano Fabiani si presenta dal maresciallo della Guardia di Finanza il 9, il 17 e il 24 maggio e poi il 17 giugno. Qui si parla di diritti tv, ma soprattutto della collezione di preziosi libri d’epoca di Gravina che avrebbe venduto ai tempi in cui era presidente della Lega Pro. Alla fine delle discussioni, che secondo l’avvocato di Floridi Marcello Elia sono nate su iniziativa di Striano, Laudati e il maresciallo confezionano un appunto da inviare ai pm di Roma. Omettendo però la fonte delle informazioni. Alla fine anche l’inchiesta finisce sulla scrivania di Cantone, visto che nel frattempo il ministro Guido Crosetto ha denunciato il dossieraggio. E poi torna a Roma per le indagini.
L’inchiesta
La Repubblica spiega oggi che l’indagine riguarda una transazione che risale al 2018. Il contratto riguarda la Lega Pro e la Isg, società specializzata in piattaforme digitali. L’oggetto sono i diritti tv. Qui c’è lo scambio con i preliminari di vendita dei libri. Usati per comprare una casa a Milano per la figlia della compagna di Gravina. Lotito sarebbe ostile a Gravina per la storia della Salernitana. Per questo si sarebbe impegnato nella segnalazione della vicenda alla magistratura. In mezzo c’è anche Michele Punsi, dirigente della sicurezza di Telsi, controllata da Tim. Che riceve il dossier per fini ancora non chiari.
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