Bottiglie del latte riciclate e riciclabili: l’esempio virtuoso di Parmalat e la sfida della sostenibilità (sia ambientale che economica) – Il video
La plastica può essere sostenibile? Sì, a patto che venga riciclata correttamente. Ed è proprio sull’economia circolare che punta Parmalat per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e arrivare, entro il 2033, a utilizzare solo imballaggi riciclabili. L’azienda emiliana ha lanciato sul mercato una nuova bottiglia realizzata con il 50% di PET bianco riciclato. Un risultato a cui si è arrivati grazie anche alla collaborazione con Dentis Recycling Italy, tra le aziende leader in Italia nel recupero del PET. «Siamo partiti da un rifiuto da raccolta differenziata e l’abbiamo trasformato in una materia prima seconda, cioè materiali derivati dal riciclaggio, dalla rigenerazione o dalla trasformazione di prodotti già esistenti. Ma non ci siamo fermati qui: siamo stati capaci di renderlo adatto anche al contatto con gli alimenti», spiega l’amministratore delegato Corrado Dentis. Grazie a questo processo, che sposa l’approccio Bottle to Bottle, le emissioni di CO2 nell’atmosfera «si riducono del 60% rispetto all’uso di plastica vergine», assicura Dentis.
Il progetto segue alla lettera i princìpi dell’economia circolare, attraverso cui Parmalat punta a rendere la plastica non un materiale da demonizzare e di cui sbarazzarsi, ma un valido alleato nella lotta contro l’inquinamento. «Sappiamo di avere una responsabilità, per questo siamo diventati pionieri nello sviluppo di packaging più sostenibili», ricorda Marco Bianchi, del reparto Ricerca e Sviluppo. Il suo team è al lavoro da anni per studiare l’introduzione di bottiglie e imballaggi che contengano percentuali sempre più elevate di materiali riciclati, cercando di bilanciare la sostenibilità – sia ambientale che economica – con rigorosi standard igienici e di sicurezza. «Quando queste bottiglie diventano un rifiuto, non sono più un problema ma una risorsa, perché possono essere riutilizzate», aggiunge Enrica Bandini, responsabile R&D di Parmalat. E i risultati di questo percorso già si vedono: grazie a queste iniziative di economia circolare, l’azienda è in grado di ridurre ogni anno di 3.400 tonnellate il PET vergine utilizzato. Una quantità che, in termini di peso, equivale a quindici Statue della Libertà.