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Donatella Di Cesare e l’omaggio alla terrorista Balzerani: «Era compassione umana, io pacifista»

06 Marzo 2024 - 06:05 Alba Romano
donatella di cesare post barbara balzerani
donatella di cesare post barbara balzerani
La prof dopo il post su X: ho sempre condannato la violenza politica

La professoressa Donatella Di Cesare dice di essere sconcertata per le polemiche dopo il suo post su Barbara Balzerani. La filosofa che insegna a La Sapienza ha cancellato la frase su X in cui diceva che la rivoluzione dell’ex esponente delle Brigate Rosse «è stata anche la mia», salutando «la compagna Luna». E in un’intervista a La Stampa prova a difendersi: «L’ho scritto per affermare compassione umana rispetto a una persona che scompare». E l’ha cancellato perché «mi hanno fatto presente che stava dando adito a fraintendimenti e anche a interpretazioni pretestuose». Anche se dall’università non le è stato ancora notificato alcun provvedimento.

La retromarcia

Di Cesare dice di aver sempre condannato la violenza politica. «La mia generazione guardava al futuro e pensava al cambiamento, a un mondo senza discriminazioni, senza guerre, senza ingiustizie sociali, e mi chiedo cosa sarebbe l’Italia di oggi senza le lotte di quegli anni. Io scelsi il femminismo, quegli anni non possono essere ridotti al terrorismo», sostiene nel colloquio con Francesca Sforza. E aggiunge: «Per quanto mi riguarda ritengo che da sinistra ci sia stata una rivoluzione politica, etica e culturale e che va riconosciuta, per quanto riguarda la destra, conosciamo qual è la storia», aggiunge. Mentre spiega che ha usato la parola “malinconia” perché “Malinconia di sinistra” è il titolo di un’opera di Walter Benjamin.

Pacifista e internazionalista

La prof dice di essere sempre stata «pacifista, internazionalista e per questo sono convinta che con le armi non si risolva nulla. Gran parte della mia generazione ha preso le distanze da chi ricorreva alla violenza. Credo che sia necessario aprire un dibattito su quegli anni. Alcuni ideali importanti, soprattutto l’aspirazione a cambiare il mondo, era un tratto distintivo di quella generazione».E alla domanda se rifarebbe quel post replica: «Da filosofa penso che questa domanda non abbia senso: on possiamo tornare indietro sui nostri passi né cambiare le scelte fatte. I post sui social sono sempre sintetici, si prestano al fraintendimento, ecco perché ci tenevo a chiarire la mia posizione».

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