Donatella Di Rosa: le sconcezze, i nudi e le “immagini maschili” che il carabiniere inviava alla testimone
Si chiama Massimo Giraudo il colonnello dei carabinieri sotto inchiesta per stalking per aver inviato foto e video all’aspirante testimone Donatella Di Rosa. Lei, che negli anni Novanta denunciò un colpo di stato inesistente e per questo venne condannata per calunnia, oggi racconta l’accaduto al Corriere della Sera. Che racconta di sconcezze, nudi e di «un’incommentabile immagine maschile sullo sfondo di ritratti istituzionali e faldoni giudiziari». Di Rosa conferma che Giraudo l’ha avvicinata per valutare la possibilità di una sua testimonianza nel processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia. E parla di una «corposa documentazione di foto e video» allegata alla sua denuncia. All’inizio con il colonnello parla di quello. Poi «lui, tra un verbale e l’altro, mi invia cuoricini e bacini».
Modalità inappropriata
Lei capisce che si tratta di una modalità di comunicazione inappropriata. E attende gli eventi. Finché sul suo cellulare «arrivano cose ben al di là di quanto avrebbero potuto fare certi signori di dubbio gusto». Tra cui anche le sconcezze, che alla fine scopre il figlio. E la convince a depositare «un esposto corredato dai duemila messaggi ricevuti». Si è sentita, racconta, «umiliata. Utilizzata. Illusa. Ho una vita complicata resa più difficile da una anoressia severa. Mi aspettavo giustizia perché, le dico sinceramente, nonostante tutto quello che mi è accaduto non sono disamorata nei confronti della magistratura». Ora si aspetta scuse dal colonnello e verità dall’inchiesta.
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