Caso dossier, Melillo difende l’ufficio Sos: «Polemiche scomposte, no a incrinare immagine antimafia»
Il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, non si tira indietro. Dopo l’esplosione del caso delle migliaia di interrogazioni degli archivi antiriciclaggio e Sos da parte di un finanziere in servizio alla Dna, Pasquale Striano, oggi pomeriggio, 6 marzo, ha chiesto di presentarsi in commissione Antimafia per dare spiegazioni sul funzionamento dell’ufficio Sos, Segnalazioni informazioni sospette, presso la Procura nazionale antimafia: «Ho chiesto di essere ascoltato affinché vengano colti i fatti e i problemi e per allontanare il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali. Per tacere delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all’avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l’immagine dell’ufficio e a delegittimare l’idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d’Italia».
Melillo dice anche che le Sos, Segnalazioni di operazioni sospette, che arrivano alla Dna sono solo una piccola parte del totale: «Nella nostra banca dati, lungi dall’essere un mostro onnivoro, si ritrova solo una ridotta percentuale delle segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema finanziario: dal 2018 al 2024 tra l’8 e il 16% di tutte le sos generate dal sistema finanziario tramite Uif (provenienti da Banca d’Italia) e Dia». Ciò non toglie che la gravità della situazione esplosa nell’indagine di Perugia sia «estrema», ha detto Melillo, sottolineando però che dal suo arrivo alla Dna ha riformato l’ufficio Sos, cambiando l’impostazione che voleva invece che ci fosse un unico magistrato e pochi militari a lavorarvi. Attualmente, invece, l’ufficio Sos ha più magistrati che lo controllano e, soprattutto, prevede che gli ufficiali di polizia giudiziaria turnino periodicamente.
I rischi di hacking
Impossibile, in ogni caso, fare indagini su mafia e terrorismo senza avere capacità di controllare quantità consistenti di dati: «Le Sos sono strumenti essenziali contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Ed inoltre sono uno strumento fondamentale anche per l’esercizio delle funzioni di impulso e coordinamento investigativo del mio ufficio». Melillo ha poi raccontato come, dal suo arrivo, nel giugno 2022, abbia fatto sottoporre l’intero sistema informatico della Dna a controlli e stress test, rilevando forti «vulnerabilità» dell’intera rete e evidenziando che attacchi hacker di medio livello sarebbero riusciti ad arrivare al cuore del sistema informatico della Procura nazionale.
La valutazione su Striano
Il procuratore nazionale antimafia dice che a suo avviso l’indagine avviata a Perugia da Raffaele Cantone svelerà un sistema complesso: «Queste condotte mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale. Credo ci siano molti elementi che confliggano con l’idea di un’azione concepita e organizzata da un singolo ufficiale ipoteticamente infedele. Uno dei punti centrali della procura di Perugia sarà comprendere la figura e il sistema di relazioni di Striano».
Leggi anche:
- Striano, la Fiamma gialla dei dossier, fece ricerche pure sulla sua compagna. La novità sui giornalisti, il solo Pd (oggi ex) nel mirino, e il colpo di fortuna di Conte
- Dossieraggio, cosa c’è dietro la rabbia di Giorgia Meloni: le «migliaia di spiati» e «il giornale di De Benedetti»
- Dossieraggio, Salvini chiama in causa gli ex vertici della Guardia di Finanza: «Voglio sapere se erano al corrente della situazione»