Gigi D’Agostino fa causa al festival di musica elettronica di Salisburgo: «Mi devono 30mila euro»
Gigi D’Agostino, tornato a esibirsi live al Festival di Sanremo, ha una disputa legale in corso con una società che organizza un importante festival musicale in Austria. Il popolare deejay italiano, oggi 56enne e da tempo residente nel Canton Ticino, si è recato nella pretura di Mendrisio Nord per depositare una denuncia contro l’organizzatrice dell’Electric Love, il festival di musica elettronica che si tiene ogni anno nei pressi di Salisburgo. I fatti risalgono al 2019: D’Agostino firma un contratto per partecipare agli eventi ed esibirsi da uno dei palchi della manifestazione nell’edizione 2020. Il compenso concordato tra le parti è di 50mila euro, 20mila come acconto e 30mila entro maggio 2020. Quell’edizione però non andrà in scene e verrà annullata a causa della pandemia di Covid-19 e alle restrizioni per il contenimento del virus. A D’Agostino viene versato solo l’acconto, poi più nulla. La società si rifa viva con il deejay nel 2021, per l’organizzazione dell’edizione 2022. «Abbiamo domandato di emettere una nuova fattura per la seconda tranche di pagamento. Questo per ragioni fiscali, perché la fattura precedente era datata a due anni prima», ha spiegato l’amministratore della società come riferisce Ticinonline. Lo staff dell’artista avrebbe però risposto con la richiesta di versamento dei 30mila euro, senza confermare la partecipazione. Poco più tardi si sarebbe diffusa la notizia della malattia di Gigi D’Agostino, che il deejay stesso ha condiviso sui social a fine 2021. Nei mesi successivi, la Modusart che rappresenta l’artista ha continuato a chiedere il saldo del contratto del 2019, poi la società austriaca ha dato un ultimatum: se entro giugno 2022 non avesse ricevuto conferma della sua presenza, avrebbe annullato l’invio. Scaduto l’ultimatum, è stato annunciato che D’Agostino non si sarebbe esibito a causa della sua malattia. «L’hanno deciso loro che non avrei partecipato. Io mi sentivo senz’altro in grado di esibirmi e se avessero pagato l’avrei fatto. Il festival ha dato un annuncio di malattia che non esisteva più», ha spiegato in aula il deejay, «purtroppo la divulgazione di questa notizia ha fatto sì che io per un lungo periodo non ricevessi offerte lavorative». E il suo avvocato ha precisato: «La seconda parte della retribuzione doveva essere versata entro maggio 2020, malattia o non malattia. Lo prevedeva il contratto pattuito nel 2019, e questo non è stato fatto». Ora però, poiché non si è esibito, la società austriaca si oppone al pagamento dell’ultima tranche del contratto e chiede la restituzione dei 20mila euro già versati.
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