La Bce lascia ancora invariati i tassi, l’inflazione frena più delle attese. Lagarde: «Non abbiamo discusso di futuri tagli»
Per la quarta volta, dopo dieci rialzi consecutivi dal luglio 2022, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di tenere invariati i tassi di interesse, fermi ormai da settembre al 4,50% sui rifinanziamenti principali, al 4% sui depositi, e al 4,75% sui prestiti marginali. La politica monetaria restrittiva della Bce, in risposta alla forte spinta inflazionistica in Europa, sta riuscendo nel suo obiettivo di contenere l’aumento dei prezzi ma la prudenza del direttivo allontana ancora per un po’ la decisione sul taglio del costo del denaro. «Riteniamo», si legge nella nota che accompagna la decisione, «che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale». La notizia migliore per la Banca centrale è il miglioramento delle stime sull’aumento del’inflazione, che continuerà a frenare. Rispetto alle previsioni di dicembre, nell’area euro l’inflazione sarà del 2,3 nel 2024 (rispetto al 2,7 precedente), del 2% nel 2025 (da 2,1%) e dell’1,9% nel 2026. A rallentare però sarà anche la crescita, con il Pil del 2024 che salirà dello 0,6 per cento e non dello 0,8%. Prudenza, quindi, è il mantra che si ripete dalle parti di Francoforte, come ribadisce in conferenza stampa la presidente Christine Lagarde. «Anche se gran parte degli indicatori d’inflazione sono ulteriormente rallentati, restano pressioni inflazionistiche interne, specialmente la crescita dei salari», ha spiegato la banchiera francese, «l’attività economica resta debole, i consumatori continuano a non spendere, gli investimenti restano moderati e le aziende esportano meno, ma i sondaggi indicano una ripresa graduale grazie all’inflazione in calo e agli stipendi che continuano a crescere». E se il Consiglio direttivo, nero su bianco, comunica che «le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario», e si «continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione», Lagarde risponde a chi chiede delle prossime mosse: «Tagli futuri? Non ne abbiamo discusso in questa riunione, abbiamo solo iniziato a discutere di arretrare la politica restrittiva. Ma ci servono molte più informazioni che arriveranno nei prossimi mesi per essere sufficientemente sicuri». Rilassamento delle restrizioni sì, ma per l’inversione di rotta ci vorrà ancora un po’.
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