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Genova, la gaffe del Comune che celebra la donna l’8 marzo con tre gusti di gelato rosa: «Iniziativa misogina e maschilista»

I gelati saranno venduti a prezzo pieno per tutti, indistintamente, e il ricavato non sarà devoluto ad associazioni o centri antiviolenza

Il Comune di Genova ha escogitato un modo per far contente le donne nella loro giornata, quella dell’8 marzo. Chi ha pensato a proposte banali come l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, o misure a sostegno della genitorialità, è fuori strada. L’omaggio del Capoluogo ligure è in effetti molto più originale: un gusto di gelato per le donne. Nel senso che è rosa. Gli artigiani gelatieri si sono infatti messi all’opera per elaborare «tre gusti diversi a evidenziare l’unicità di ogni donna, una dolce occasione per riflettere ancora una volta sulle pari opportunità», come dichiarato dal presidente di Confartigianato Genova Felice Negri. Una riflessione che non sembra però avere risvolti pratici, al di fuori dell’estetica confetto che, si presume, il gentil sesso dovrebbe apprezzare. I gelati saranno infatti venduti a prezzo pieno per tutti, indistintamente, e il ricavato non sarà devoluto ad associazioni o centri antiviolenza.

I gusti

E dunque, mentre in Francia entrava in Costituzione il diritto all’aborto libero e gratuito, in Italia alcuni artigiani gelatieri erano all’opera per dare il loro contributo alla causa. Le alternative saranno: cono ai frutti di bosco e pan di spagna, una coppa mirtilli, spumante e frutto della passione e un variegato agrumi, the rosso e ibisco. «I tre gusti di gelato dedicati alla giornata internazionale della donna sono una lodevole iniziativa che accende i riflettori sulla parità di genere e sulla necessità di costruire tutti insieme una società davvero inclusiva e a misura di donna», ha detto Francesca Corso, assessore del Comune. Lei stessa chiede che la sua qualifica venga espressa al maschile. Così come l’assessore della Regione Simona Ferro, secondo cui «anche un gesto semplice come mangiare un gelato diventa l’occasione per riflettere sul significato dell’8 marzo».

Le reazioni

Dichiarazioni che non hanno convinto le realtà femministe, come Non una di meno. O No Justice No Peace Italy, che ha ironizzato: «Vorrei un cono “parità salariale”, “autodeterminazione sul proprio corpo” e “fine della cultura patriarcale dello stupro”, la panna è gratis?». «Veniamo uccise, stuprate, molestate, discriminate sul lavoro, se siamo lesbiche non è riconosciuto e garantito il nostro diritto alla genitorialità, se siamo trans veniamo invisibilizzate, subiamo macro e micro aggressioni ogni giorno in ogni aspetto della nostra vita…meno male che i maschietti del Pd (e di altre liste, ndr) riflettono sul significato dell’8 marzo mangiando il gelato, appoggiando una delle iniziative più maschiliste misogine e patriarcali dell’amministrazione Bucci», ha protestato poi Alice Merlo, attivista e femminista intersezionale genovese, che nel 2021 è stata testimonial della campagna di sensibilizzazione Uaar sull’aborto farmacologico.

Le iniziative

Poche settimane fa la Regione ha stanziato 211mila euro per supportare la creazione di quattro nuovi centri antiviolenza. Altri 70mila euro sono stati investiti dal Comune per il progetto Vera, percorso di inserimento di donne vittime di violenza presso case rifugio. Ma l’indignazione per la svolta dolciaria rimane. «Anche un gesto semplice come mangiare un gelato diventa l’occasione per riflettere sul significato dell’8 marzo, dicono. Quel gesto semplice mi è costato le peggiori molestie che io ricordi, che hanno lasciato il segno per anni, dai 13 anni e per un pezzo, mai più mangiato un gelato in strada», ha commentato Paola Miglio, che fa parte della rete Unstoppable Women. Che conclude: «Posso ringraziare alcuni muratori al lavoro in piazza, ma anche un rispettabile signore che non perdeva occasione per farti sentire fuori posto. Figurati col gelato. Evidentemente siamo così, dolcemente da leccare».

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