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Omicidio di Giulia Tramontano, in aula l’altra donna di Alessandro Impagnatiello: «Ho provato a salvare Giulia»

07 Marzo 2024 - 14:52 Redazione
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano
La testimonianza in Corte d'Assise nel processo per omicidio

Oggi, 7 marzo, in aula a Milano per il processo sull’omicidio di Giulia Tramontano si è presentata anche la donna che aveva una relazione parallela con Alessandro Impagnatiello, l’uomo arrestato per il delitto. Tra le lacrime la 23enne italo-inglese ha raccontato di aver provato a mettere in guardia Giulia, prima che fosse troppo tardi. «Ti prego salvati appena puoi. Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo», le scrisse in un messaggio. Proprio lei fu una delle ultime persone ad avere incontrato la 29enne il giorno dell’omicidio, lo scorso 27 maggio, per un confronto sul rapporto che entrambe avevano con il barman. Quella sera stessa, nell’abitazione della coppia a Senago, nel Milanese, Impagnatiello ha ucciso Giulia, incinta di sette mesi, con 37 coltellate.

Le bugie

Poco prima dell’appuntamento fatale, la 23enne aveva chiamato Giulia. «Avevo deciso di dirle quello che volevo farle sapere, che ne avevo abbastanza delle bugie di lui, ho deciso che lei doveva sapere, lui continuava a negare tutto nonostante le prove che avevo», ha raccontato. Esplicitando anche le suddette menzogne: «All’inizio sapevo che Giulia viveva in casa con lui, ma da dicembre, gennaio scorso in poi mi diceva che non stavano più insieme. Quando l’ho conosciuto ero consapevole che era fidanzato, ma poi mi aveva detto che si erano lasciati, che non voleva più stare con lei e che non erano più felici nella relazione».

«Ho scelto di abortire»

La donna ha spiegato che, al momento della chiamata, Giulia la ringraziò: «Le ho spiegato chi ero e che ero nella stessa sua situazione, lei mi ha ringraziato e mi ha detto che voleva vedermi, mi ha detto che ci dovevamo vedere quello stesso giorno. Lui ha scoperto che avevo parlato con lei ed era inca*zato». Stando alle indagini dei carabinieri, il 30enne avrebbe potuto anche uccidere l’altra ragazza quella sera. La giovane era rimasta a sua volta incinta di Impagnatiello, come Giulia. Ma ha deciso di abortire: «L’ho scelto io, perché non stavo bene, e io per questo, comunque, ci soffro ancora». «Ho capito, poi, che Giulia era ancora presente verso marzo, aprile e che lui non era da solo, quando era andato in vacanza a Ibiza e ho visto sul suo telefono delle sue foto con lei», ha spiegato la ragazza. Che ha parlato più volte degli inganni di Impagnatiello. Ha pianto a tratti durante la deposizione.

La testimonianza

Poi ha parlato del test del Dna: «Fin dall’inizio ha detto che non era il padre del bambino e che aveva fatto il test del Dna. Gli avevo chiesto di farmelo vedere per confermare se diceva la verità. Quando ho visto il test, ci ho creduto». E ancora: «Lui aveva detto che lei era da sola e non stava bene, che aveva provato a farsi del male e perciò lui era preoccupato». Ma poi ha scoperto la falsificazione: «Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento. Ho visto anche nelle mail il file Excel per fare il documento». Impagnatiello ha anche cercato di farle credere che Giulia «volesse farsi male e poi che fosse bipolare e che volesse uccidersi». Impagnatiello, presente in aula nella ‘gabbia’, ha pianto una sola volta: quando è stato proiettato il video del baby shower dedicato al piccolo Thiago, registrato lo scorso 17 marzo.

La madre di Giulia: «Non ho più una vita»

Anche la mamma di Giulia, Loredana Femiano, è stata sentita in aula. Ha raccontato: «Quando lui (Impagnatiello, ndr) è venuto a trovarci a casa per conoscere la famiglia, disse: ‘io voglio da Giulia un figlio entro il 2022 al massimo’. Noi ci facemmo anche una risata, perché dicevamo ‘fate già programmi di questo tipo?». Ma nel tempo cambiò idea: nel dicembre 2022 accolse male la notizia della gravidanza di Giulia. E al telefono con la madre della ragazza confessò: «Mi devi perdonare, sono mortificato, ho paura. Avevo altri progetti, volevo fare altre cose». In aula Loredana Femiano ha raccontato: «Io e mio marito abbiamo delle difficoltà. Vedere i bambini mi mette un’angoscia immane. Non dormiamo, non usciamo più. Io non ho più una vita – ha concluso -, ho perso una figlia e un nipote, ma anche i miei figli hanno perso una madre. Io non sono più una mamma».

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