Andrea Purgatori, quattro medici indagati per la morte: diagnosi errata o terapia letale?
Per la morte di Andrea Purgatori ci sono quattro medici indagati. Tra questi il suo cardiologo. La procura di Roma ha aperto da tempo un’indagine sul decesso del giornalista su input della famiglia, che ha ipotizzato diagnosi e cure sbagliate. L’accusa ipotizzata è omicidio colposo. E secondo l’autopsia nel cervello del giornalista, morto per un tumore ai polmoni, non c’erano metastasi. Per questo adesso altri due dottori sono indagati. Una è Maria Chiara Colaiacomo, che fa parte dell’équipe del radiologo Gianfranco Gualdi, indagato dall’inizio insieme a Claudio Di Biasi. Il pubblico ministero Giorgio Orano sta indagando sul loro operato. Gualdi ha infatti diagnosticato metastasi al cervello a Purgatori, facendolo sottoporre a una terapia nella clinica Pio XII.
La conseguenza
La conseguenza di quella diagnosi fu una terapia per ridurre le neoplasie. Secondo la difesa il fatto che le metastasi non fossero presenti può anche dimostrare che la radioterapia abbia funzionato. Il secondo indagato è Guido Laudani. Lui è un cardiologo che ha avuto in cura Purgatori, il quale è morto per un’infezione cardiaca. Chi indaga vuole appurare se anche in questo caso possa essersi verificato un ritardo nella diagnosi. Ma la tesi che piazzale Clodio vuole dimostrare e se ci sia stato un indebolimento fisico del giornalista a causa di altre diagnosi sbagliate. Che hanno sfibrato Purgatori fino a renderlo vulnerabile all’infezione che lo ha portato alla morte. Per questo c’è una perizia del neuroradiologo Alberto Beltramello, del medico legale Adriano Tagliabracci, del cardiologo Pasquale Perrone Filardi e dello specialista in malattie infettive Pierluigi Viale.
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