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Basilicata, ancora tensioni tra 5 stelle e Pd. Salta la candidatura dell’ex magistrato Iannuzzi, anche per colpa della Riforma Cartabia

Figura di spicco della società civile, al comando della Corte d'Appello di Potenza si sfila dalla corsa: «Per ragioni di prudenza»

Il campo largo, in Basilicata, non s’ha da fare. Per la presidenza della Regione Basilicata i 5 stelle avevano spinto per la candidatura di Alberto Iannuzzi, il magistrato, da pochi giorni in pensione, ex presidente della Corte di Appello di Potenza. Figura di spicco per il suo impegno nel sociale, con particolare attenzione verso i giovani, e in prima linea nelle iniziative sulla legalità e sulla giustizia sociale, spiegavano qualche giorno fa in una lettera aperta rivolta verso la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader 5 stelle Giuseppe Conte. Ma alla fine, nonostante il rumore mediatico, è Iannuzzi stesso a sfilarsi dalla corsa, ancora prima del via.

I motivi

Primo punto perché non è stato raggiunto un accordo tra pentastellati e democratici. «Purtroppo ho dovuto constatare che, sin dal momento in cui è uscito sulla stampa il mio nome, si sono accentuate alcune preesistenti divergenze proprio sulla individuazione del candidato presidente all’interno dello schieramento politico che avrebbe dovuto condividere la mia disponibilità a candidarmi», spiega l’ex giudice in una lettera indirizzata ai media locali. Secondo punto per colpa della riforma Cartabia. La nuova legge stabilisce l’ineleggibilità dei magistrati e quindi il divieto di candidarsi entro tre anni dalla cessazione del servizio. «Sembrerebbe che non trovi applicazione nei confronti dei magistrati in quiescenza, come me, dal momento che richiede, ai fini della operatività della limitazione all’esercizio del diritto, costituzionalmente garantito, all’elettorato passivo, il possesso, al momento in cui si candida, della qualità di magistrato», spiega Iannuzzi. Ma «per ragioni di prudenza, legate al rischio che il recepimento di una diversa ed estensiva applicazione della norma anche agli ex magistrati, vanificasse la mia candidatura, con effetti deleteri sull’esito elettorale non solo della coalizione ma dell’intero governo regionale, in uno con il venir meno della condizione politica primaria sopra esplicitata, mi hanno indotto a declinare l’invito a candidarmi».

(foto ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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