Eredità Agnelli, l’indagine per truffa ai danni dello Stato per gli Elkann: «Evasione da 30 milioni»
Truffa ai danni dello Stato. È l’iscrizione nel registro degli indagati di Lapo e Ginevra Elkann insieme al fratello John l’ultima novità dell’inchiesta di Torino sulla famiglia Agnelli. Nata da un esposto della loro madre Margherita Agnelli. E proseguita con l’accusa di violazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi di Marella Caracciolo, la moglie di Gianni a cui la figlia pagava un vitalizio che però non sarebbe stato raccontato allo Stato. Il sospetto degli inquirenti è che ci sia un tesoro degli Agnelli nascosto nei paradisi fiscali. E intanto la Guardia di Finanza ha trovato mezzo miliardo di euro nei conti esteri. Avvalorando la tesi dell’esposto. Mentre la presunta evasione fiscale ammonterebbe a 30 milioni di euro.
La dichiarazione dei redditi e la tassa di successione
Oltre al presidente di Exor (estranea), a Torino sono indagati anche il commercialista e presidente della Juventus Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert von Grueningen, che curò le disposizioni testamentarie della vedova dell’Avvocato. Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti indagano anche sulle dichiarazioni dei redditi 2016 e 2017. Il mancato versamento della tassa di successione fa scattare l’ipotesi di truffa allo Stato. In questo caso si parla di una cifra vicina ai 700 milioni di euro. Ovvero, le somme transitate dalla Bundeena Consulting Inc. Bvp, di cui «era risultata titolare effettiva Marella Caracciolo», alle società riconducibili ai nipoti, con domicilio o sede alla Tremaco, family office in Liechtenstein. Il sospetto degli inquirenti, evidenziato per la prima volta nell’esposto, è che quella di Marella fosse la classica «residenza fittizia».
La residenza in Svizzera e le case della nonna
Secondo l’accusa Ferrero avrebbe curato le dichiarazioni e il notaio svizzero le avrebbe sottoscritte. Mentre John Elkann avrebbe rafforzato gli intenti criminosi del commercialista assumendo personale alle proprie dipendenze. Oppure attraverso le aziende «Fca Security» e «Stellantis Europa». Ma questi lavoratori avrebbero invece agito nelle abitazioni della nonna. Alcune informazioni sono emerse nel corso di un’ispezione antiriciclaggio della polizia valutaria che risale al luglio 2023. Sotto la lente la P Fiduciaria, a cui gli inquirenti sono arrivati seguendo un filo di società anonime. Tutte riconducibili, ancora una volta, a Elkann. Negli atti si fa riferimento anche all’aggiornamento della compagine sociale di Dicembre s.s., la società attraverso la quale John controlla a cascata l’intero gruppo.
Soldi già tassati
Gli avvocati degli Elkann hanno fatto sapere che i fondi trovati non sono stati nascosti al fisco. E che sono stati già dichiarati e tassati. Mentre sul testamento di Marella gli inquirenti avrebbero in mano una perizia che definisce le firme non autentiche. Margherita Agnelli ha presentato altri esposti che riguardano le vicissitudini della Real Casa. Uno riguarda quadri e opere d’arte di proprietà dell’Avvocato nel frattempo spariti. In totale sono quattro le cause intentate: una a Ginevra, una a Thun, una a Torino oltre a quella di Milano sui quadri. Secondo la tesi di Margherita, che di figli ne ha avuti altri cinque con Serge de Pahlen, la nonna degli Elkann incassava il vitalizio tramite una fiduciaria. Marella è morta nel 2019 indicando come eredi John, Lapo e Ginevra Elkann. Margherita sostiene di essere stata esclusa ingiustamente dalla successione e ha impugnato i testamenti.
La posta in gioco
La posta in gioco dell’ennesima lite in casa Agnelli è il controllo dell’intero gruppo. Perché con la sua causa Margherita mette in discussione proprio la società Dicembre che funziona da cassaforte per il gruppo. Ovvero mantiene i pacchetti di controllo di Stellantis, Ferrari, Juventus e delle altre partecipazioni storiche. Secondo i figli la madre aveva raggiunto un accordo con loro nel 2004. E ora, come nel 2007, vuole far saltare tutto.
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