Jorit sospetta una «regia» dietro gli attacchi dopo il selfie con Putin: «Lui? Me lo immaginavo più freddo»
«Credo che in Italia ci sia meno libertà di quello che si professa» si lamenta Jorit, lo street artist al centro delle polemiche dopo la sua partecipazione al Forum internazionale della gioventù a Sochi, con tanto di selfie con Vladimir Putin. All’Ansa Ciro Cerullo se la prende la «maggioranza della stampa» che lo ha attaccato «appena si toccano i nervi del potere, la Nato, le industrie di armi e la politica estera guerrafondaia». Attacchi su cui il 33enne napoletano sospetta: «Sembra quasi ci sia una regia dietro». Già su Instagram, Jorit aveva provato a difendersi spiegando che la sua partecipazione all’evento in Russia era «coerente rispetto al percorso di militanza artistica che porto avanti da anni». Tutto per «diffondere un messaggio di pace», ma lungi da lui «elogiare Putin».
L’impressione su Putin
Tutte le critiche ricevute dice che non gli fanno male: «Non è una questione personale – assicura – Per me la lotta per la pace è più importante di me stesso». A Putin aveva chiesto un selfie per dimostrare all’Occidente «che è umano». E l’impressione che ha avuto Cerullo pare confermare le sue aspettative: «Me lo immaginavo molto più freddo, invece ha risposto con pazienza a decine e decine di domande di giovani da tutto il mondo». Jorit resta comunque convinto di non dover dare giudizi sul capo del Cremlino: «Non sono io che devo dare giudizi su Putin, è il presidente della Federazione russa e bisogna dialogarci per raggiungere la pace». A chi invece gli propone di dedicare uno dei suoi murales ai dissidenti vittime del regime russo, lo street artist spiega che c’è ben altro di cui preoccuparsi: «La malafede è evidente: mentre i dissidenti che fanno comodo alla “nostra” narrazione vengono glorificati, nel nostro Occidente Assange marcisce in carcere e nessuno conosce Andrea Rocchelli o Gonzalo Lira. Io sono occidentale – spiega – e devo smascherare il potere occidentale, fare l’attivista antirusso in Occidente è fin troppo facile, c’è la fila».
La proposta delle sanzioni Ue
Per Jorit, la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, aveva chiesto di applicare le sanzioni dell’Unione europea. E si era appellata ai vari enti pubblici italiani, perché smettessero di finanziare le opere di Jorit. «Fanno le stesse cose che dicono di voler combattere», ribatte lo street artist. «Dite che le istituzioni non vogliono lavorare con me? Ma forse non è chiaro che sono io che non voglio lavorare con le istituzioni che non mi lasciano libertà (mai ci ho lavorato). Ma poi le istituzioni italiane? Ma ci rendiamo conto che l’Italia è un minuscolo Stato in decadenza in un mondo enorme?».
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