C’è l’assemblea sindacale: il direttore del parco di Pompei fa da guida agli studenti
Il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel ha accompagnato una scolaresca di Treviso in occasione della ritardata apertura dei cancelli a causa di un’assemblea sindacale. Una decisione che ha preso in accordo con i rappresentanti dei lavoratori. «Abbiamo aperto il complesso termale della villa di Diomede e gli ambienti di servizio di Villa dei Misteri», dice Zuchtriegel al Corriere della Sera oggi. «Ho visto una scolaresca in attesa e mi sono offerto di accompagnarla. È stato come rivivere l’esperienza di guida, quando ero impegnato nel dottorato di ricerca a Berlino. Un lavoro, bellissimo ma anche difficile, specialmente con i ragazzi ai quali devi parlare in maniera coinvolgente, altrimenti li perdi».
L’assemblea è un diritto
Il direttore del Parco dice che «l’assemblea è un diritto e vogliamo rispettarlo. A questa hanno partecipato tanti lavoratori, così abbiamo avuto qualche difficoltà a garantire la sicurezza in tutta l’area». Mentre ai ragazzi ha cercato di dire che «Pompei non è solo bellezza ed arte, ma anche quotidianità». Secondo Zuchtriegel «gli adulti, quando non si sentono coinvolti, fanno comunque finta di ascoltare. I bimbi invece te lo fanno notare subito, senza pietà. Il modo migliore per raccontare ai più piccoli la storia di Pompei è far capire che anche nella città antica si doveva mangiare, ci si doveva vestire, c’era un lavoro, spesso molto faticoso, da svolgere». E che, allo stesso tempo, «i pompeiani avevano sogni, desideri, volevano divertirsi. Occorre spiegare cosa significava vivere in una società nella quale 5 bambini su 10 non arrivavano a 10 anni. Immaginiamo una classe che per metà scompariva per malnutrizione, per le malattie, per i rapimenti. L’antichità non è solo un bel dipinto».
Le presenze
Il direttore celebra anche le presenze nel parco: «A febbraio il numero dei visitatori è stato superiore del 15 per cento rispetto al 2023. Ma i record non sono un’ossessione. Se rivedo quei ragazzi di Treviso ascoltare e fare domande, sento che è questo il risultato per cui stiamo lavorando. Non a caso stiamo creando un’offerta stabile per i bambini affinché attraverso il gioco possano imparare. L’idea è accoglierli in un ambiente dedicato. Entro l‘anno dovremmo essere in grado di partire».
Foto copertina da: Corriere della Sera
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