Usa, Biden gioca la carta della cannabis: «Nessuno dovrebbe essere incarcerato solo per aver usato o posseduto marijuana»
Mentre la corsa alla Casa Bianca è aperta il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha sottolineato i suoi sforzi sulla legalizzazione della cannabis, un tema che cattura l’attenzione dei giovani elettori. «Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver usato o posseduto marijuana», ha dichiarato durante lo “State of Union”. Nel 2022 Biden ha graziato migliaia di persone condannate per possesso di marijuana ai sensi della legge federale e ha invitato le autorità a regolarizzare il fenomeno perché ha trovato assurdo che il governo controlli la cannabis più rigidamente della cocaina o del fentanyl. L’anno scorso il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha raccomandato di rimuovere la marijuana dalla categoria delle droghe più pesanti e restrittiva, dove è rimasta per più di 50 anni insieme all’eroina e alla LSD. La DEA, che avrà l’ultima parola sulla designazione, ha dichiarato, riporta il Wall Street Journal, che la sua revisione è in corso.
No one should be jailed just for using or possessing marijuana.
— President Biden (@POTUS) March 8, 2024
L’appello durante il discorso sullo stato dell’Unione
L’appello del presidente per una riforma della cannabis è avvenuto durante il discorso sullo stato dell’Unione, una relazione annuale tenuta dal numero uno della Casa Bianca di fronte al Congresso convocato a sezioni unite. Inoltre Biden ha fatto riferimento anche alle grazie di massa che ha concesso a migliaia di persone condannate per possesso di droga. «La riprogrammazione della cannabis ha il potenziale effetto di trasformare in modo significativo il panorama per tutti gli operatori legali, consumatori e pazienti, in tutto il paese», ha commentato a Forbes Matt Hawkins, fondatore e socio amministratore della società Entourage Effect Capital . «Per prima cosa, eliminerà il carico fiscale 280E, che attualmente vieta alle imprese di molti stati di detrarre le spese aziendali necessarie dalle loro dichiarazioni dei redditi federali, impedendo a molti operatori di raggiungere il loro pieno potenziale di crescita».
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