La cartellina del commercialista degli Agnelli nascosta in cantina, spunta la carta sulla «signora X» e la Svizzera: come un manuale della truffa
C’è un documento ritrovato nelle perquisizioni della Guardia di finanza che è considerato una prova cruciale nell’indagine sul caso dell’eredità di Gianni Agnelli. Era lo scorso 8 febbraio quando i finanzieri guidati dal comandante Alessandro Langella hanno recuperato tra le altre cose un foglio. Si trovava in una cartellina gialla, era nascosta nella cantina dello studio del commercialista Gianluca Ferrero. Il professionista è indagato per dichiarazione fraudolenta sui redditi di Marella Caracciolo, assieme a John Elkann e al notaio svizzero Urs Von Gruenigen.
Nel documento ritrovato nella cantina di Ferrero si legge: «Nel caso di decesso della signora X dovremo dimostrare che il suo ultimo domicilio era in Svizzera, non importa se a St. Moritz o invece a Gstaad, e indirizzare un’azione al tribunale svizzero competente contro la signora Y, chiedendo una sentenza declaratoria che riconosca il patto successorio come valido e vincolante». Sul foglio non c’è firma né data, ma gli inquirenti ipotizzano sia stato scritto tra il 2009 e il 2010. Come riporta il Messaggero, per la procura di Torino quel testo è considerato di «estremo interesse investigativo».
Il sospetto degli inquirenti è che quel testo rappresenti un vero e proprio manuale della truffa, da cui emerge una sorta di progetto a lungo termine per creare una residenza fittizia in Svizzera della moglie dell’avvocato Gianni Agnelli, così da evitare di pagare le tasse in Italia. Per chi indaga «traspare una preordinazione sistematica e dolosa di elementi volti a integrare i reati di contestazione», così da «celare l’identità delle parti in causa». E così emerge che la «signora X» altri non è se non Marella Caracciolo. Mentre la «signora Y» è la figlia Margherita.
Il testo prosegue: «Finché la signora X è viva il nostro obiettivo principale deve essere quello di mantenere e proteggere il suo permesso permanente di residenza», quindi in Svizzera con il cosiddetto «permesso C». Per quel motivo «intendevamo richiedere» alle autorità competenti «il più presto possibile un trasferimento del permesso C dal Cantone di Grigioni (St. Moritz) al Cantone di Berna (Gstaad), poiché per ragioni di salute non può più vivere a St Moritz. All’età di 84 anni non vorrebbe prendere decisioni frettolosamente. Per trovare una casa a Gstaad e capire se gradisce il clima, vi ha trascorso l’estate del 2010. Il soggiorno le è piaciuto parecchio e vorrebbe tornarci. Ma per trovare una casa adatta e adeguarla aipropri bisogni serve tempo. Nel frattempo è ideale per lei vivere da un suo amico». In questa specie di vademecum, si legge poi che «gli altri arrangiamenti saranno l’organizzazione della corrispondenza e, se possibile, l’installazione di una linea telefonica personale». Uno dei suggerimenti è quello di passare «parte sostanziale dell’anno a Gstaad, assieme a una parte del suo personale, come soleva fare a St Moritz». Per quanto chiarito finora dagli inquirenti, però, «quantomeno dal 2014 ha dimorato in Italia per la maggior parte dei giorni, mentre in Svizzera ha trascorso meno di due mesi all’anno».
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