L’Abruzzo e la delusione del Campo largo. Conte: «Registriamo il risultato modesto», Schlein: «Continuiamo a batterci»
Il Campo largo si è ristretto è la battuta che hanno fatto tutti. Di certo, però, la sperata rimonta in Abruzzo non c’è stata e le urne hanno tenuto l’ampia alleanza che sosteneva l’ex rettore Luciano D’Amico ben lontano persino dal testa a testa. Ma non tutti hanno registrato un arretramento e quindi, il giorno dopo le reazioni sono diverse. Il più amareggiato è certamente Giuseppe Conte. Il Movimento in termini percentuali ha quasi un terzo dei voti raccolti appena un anno e mezzo fa, alle politiche del settembre 2022. Passa infatti dal 18,5% al 6,95%: se avesse perlomeno tenuto la storia sarebbe stata un’altra: «Registriamo il risultato modesto del Movimento Cinque Stelle, che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori, per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più. Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa ad eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde. Un segnale da cui ripartire», ha scritto sui suoi social. Ed effettivamente solo con l’astensionismo, cresciuto, si può spiegare una tale assenza di voti che difficilmente saranno andati tutti a destra o nel Pd.
Elly Schlein non vince, evidentemente, però si rafforza. Il Pd infatti passa dal 16,6% al 20,23%, un risultato di netto miglioramento che la segretaria può incassare mettendo ancora di lato i critici dell’accordo con i Cinque stelle: «Fino a qualche settimana fa l’Abruzzo era dato per perso senza discussioni, il presidente uscente di Fratelli d’Italia partiva con un vantaggio di 20 punti nei sondaggi. E invece unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto quello scarto in modo significativo, ma non ancora sufficiente. Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un’alternativa solida in grado di competere con la coalizione delle destre». Dice lei. Il futuro prossimo è complicato perché, anche al di là del voto europeo, le prossime amministrative e regionali vedono Pd ed M5s molto divisi, a cominciare dal caso Basilicata (si vota il 20 aprile). Ma per ora al Nazareno quel +4% fa piacere.
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