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Cartelle esattoriali si cambia: dopo 5 anni c’è lo stralcio e le rateizzazioni saranno più lunghe (ma solo a determinate condizioni)

11 Marzo 2024 - 17:12 Redazione
Come cambia la riscossione delle tasse nel nuovo decreto del governo

Se le cartelle dell’Agenzia delle entrate-riscossione, a decorrere dal 1° gennaio 2025, non saranno riscosse entro il quinto anno, saranno «automaticamente discaricate». Lo stralcio, anticipato dal Corriere della Sera, è previsto nella bozza del decreto legislativo relativo al riordino del sistema nazionale della riscossione, oggi in discussione al Consiglio dei ministri. Dal prossimo anno le cartelle di pagamento saranno notificate al creditore entro 9 mesi dall’affidamento del carico e in ogni caso, l’Agenzia delle entrate può trasmettere in qualsiasi momento all’ente titolare del credito la comunicazione di discarico anticipato delle quote, nei casi ci sia chiusura del fallimento o liquidazione giudiziale del debitore oppure una volta che sia stata verificata l’assenza di beni del debitore aggredibili. Fino alla prescrizione del diritto di credito, la riscossione coattiva può essere gestita direttamente dall’ente creditore, oppure affidata dall’ente creditore in concessione a soggetti privati individuati tramite procedura di gara a evidenza pubblica.

Una commissione per le cartelle non riscosse

Nella bozza del decreto è prevista una commissione ad hoc per trovare le soluzioni per ridurre il magazzino delle cartelle non riscosse. Gli step saranno un’analisi del magazzino e successivamente e una relazione al ministro dell’Economia «proponendogli le possibili soluzioni, da attuare con successivi provvedimenti legislativi, per conseguire il discarico di tutto o parte» entro: il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010, il 31 dicembre 2027 per quelli affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per quelli dal 2028 al 2024. 

Rateizzazioni più lunghe: ecco come

In cantiere anche piani di rateizzazione più lunghi, dalle attuali 72 rate si passa a un massimo di 120 rate mensili. Ovviamente vale solo per i contribuenti in «obiettiva difficoltà». La rateizzazione partirà «su semplice richiesta del contribuente che dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà». A incidere sarà anche l’importo dovuto. Perle somme inferiori o pari a 120 mila euro la rateizzazione è possibile fra 84 quote (per le richieste presentate nel 2025 e 2026) e 108 (per le richieste presentate a decorrere dal primo gennaio 2029). Per le somme di importo superiore a 120 mila euro possono essere concessi pagamenti, fino ad un massimo di centoventi rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta. Per le somme di importo fino a 120 mila euro il numero delle rate varia a seconda della presentazione della domanda ma si può comunque arrivare a 120. Questa possibilità riguarda chi «documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà», con modalità diverse per somme superiori o inferiori a 120 mila euro. Per chi invece si limita solo a dichiarare di essere in temporanea obiettiva difficoltà e deve fino a 120 mila euro, le rate aumentano progressivamente ogni biennio, per raggiungere un massimo di 108 rate mensili dal 2029.

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